Angela, oh Angela, perché queste tue parole si dissolvono?
Angela, oh Angela, perché la tua natura è congelata?
Oh Angela, dove vai quando non ti vedo più?
Hai camminato sui carboni ardenti in Scozia, una volta.
Mi hanno detto che hai strozzato il mostro di Loch Ness,
e hai piegato l’asta della bandiera fino a farla toccare per terra.
Angela, mi hanno preso in giro?
Angela, ti ho visto una mattina, eri ancora distesa nel letto,
Hai lasciato scivolare il lenzuolo giù per terra, il tuo corpo era liscio ed asciutto,
e la persiana era leggermente aperta, c’era un soffio di luce, che tu catturavi con una mano.
Poi ti sei stropicciata come può fare un felino, ti sei girata nella poca luce che c’era,
ti sei scompigliata i capelli. Avevi poca voglia di alzarti, e la tua camminata era lenta
e un po’ imbarazzata.
Hai spento la tv e sei andata in bagno
Si è sentito uno scroscio, leggero come quello di una pioggia lieve.
Sei tornata, ma l’ala del sonno era stesa ancora su di te, avevi gli occhi semichiusi.
Oh Angela, come fai ad essere così indifferente al giorno che ti richiama?
Non lo so come tu faccia, ma sei così.
Allora ti sei presa la faccia tra le mani, con un certo tatto, come a impostarla ed eri pronta per il giorno.
Living with Angela Morussio è uno slogan.
Sei andata in camera, ora hai aperto un paio di cassetti alla rinfusa.
Ti sei messa una gonna e una maglietta, e ti sei guardata allo specchio.
Hai notato che in quell’attimo tutto non c’era più.
Danzavi davanti allo specchio, Angela, ma che ti prende?
Ogni tanto sei leggera come una piuma.
Hai guardato l’orologio Angela, ti sei chinata davanti a esso,
perché non potevi, anche volendo, fermarlo.
Oh, Angela, sembravi un direttore d’orchestra con un bel paio di gambe in più.
Ci vediamo là dove finisce il mondo, Angela.
Ora vai perché suonano alla porta. Ti stanno venendo a prendere.
Living with Angela Morussio.
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