Il soffio morbido dello scirocco
tinge le mie quattro mura
di una tenue scia di
tramonto sudato.
Il tessuto sottile
del lenzuolo accarezza
la mia coscia nuda
e si attorciglia intorno
alla caviglia.
Il mio respiro è lento
e torbido come l'aria
di questo maggio
che attanaglia la Capitale.
Una sottile sonnolenza
dondola il mio capo
e frammenta i miei
pensieri in un caleidoscopio
alienante di vermiglie passioni.
La dita percorrono
sinuose la lunghezza
del mio busto, solleticando
l'elastico del pigiama.
Poi, si addentrano in
Fulvi luoghi inesplorati
che la mia adolescenza
ha visitato diverse notti.
La mia mente tiene
fissa l'immagine
di un ricordo, che oscilla
fumosa per i contorni
poco netti.
Cinque dita si stringono
attorno al mio uno
e lo rendono partecipe
di un' euforica, incessante
cadenza ritmica.
Il tuo spettro si aggira intorno
alle mie fantasie recondite
popolandomi il basso ventre,
ma mai il cuore.
Un effluvio di plasma
corre spietato a
riempire percorsi altrimenti
vuoti, e innalza intrepido
il monumento della vita.
Il mio fiato si accorcia,
sfugge al controllo,
incespica e si rialza
per poi liberarsi in un
grido silenzioso.
Disperdo caldo un soffio,
la mano rilascia la sua stretta
cadendo inerme al mio fianco.
Gli occhi son chiusi,
la mente è vuota.
Il tuo spettro è svanito
in una nuvola di bianco
candore e mi ritrovo
ancora qui,
sul materasso,
steso ad enumerare
quanti gemiti ancora
mi distanziano da te.
tinge le mie quattro mura
di una tenue scia di
tramonto sudato.
Il tessuto sottile
del lenzuolo accarezza
la mia coscia nuda
e si attorciglia intorno
alla caviglia.
Il mio respiro è lento
e torbido come l'aria
di questo maggio
che attanaglia la Capitale.
Una sottile sonnolenza
dondola il mio capo
e frammenta i miei
pensieri in un caleidoscopio
alienante di vermiglie passioni.
La dita percorrono
sinuose la lunghezza
del mio busto, solleticando
l'elastico del pigiama.
Poi, si addentrano in
Fulvi luoghi inesplorati
che la mia adolescenza
ha visitato diverse notti.
La mia mente tiene
fissa l'immagine
di un ricordo, che oscilla
fumosa per i contorni
poco netti.
Cinque dita si stringono
attorno al mio uno
e lo rendono partecipe
di un' euforica, incessante
cadenza ritmica.
Il tuo spettro si aggira intorno
alle mie fantasie recondite
popolandomi il basso ventre,
ma mai il cuore.
Un effluvio di plasma
corre spietato a
riempire percorsi altrimenti
vuoti, e innalza intrepido
il monumento della vita.
Il mio fiato si accorcia,
sfugge al controllo,
incespica e si rialza
per poi liberarsi in un
grido silenzioso.
Disperdo caldo un soffio,
la mano rilascia la sua stretta
cadendo inerme al mio fianco.
Gli occhi son chiusi,
la mente è vuota.
Il tuo spettro è svanito
in una nuvola di bianco
candore e mi ritrovo
ancora qui,
sul materasso,
steso ad enumerare
quanti gemiti ancora
mi distanziano da te.
Poesia scritta il 13/12/2016 - 16:49
Da Matih Bobek
Letta n.932 volte.
Voto: | su 1 votanti |
Commenti
Dolcezza, tenerezza e passione
in questa bellissima poesia
in questa bellissima poesia
Complimenti Matih
Maria Cimino 13/12/2016 - 22:33
--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.