stai attenta a dove metti i piedi,
perché una buca può apparire sotto di te
e farti precipitare, anche se graffi il ghiaccio sottile.
Ti ho incontrata per caso, su stanchi binari di treno,
le beccacce svolazzavano nel cielo e la clematide fioriva sullo steccato.
Tu hai reclinato il capo, offrendolo alla mia stretta,
e io ho pensato che fosse un sogno, l’averti incontrato.
Ora che cammini prudentemente hai perso tutta l’albagia
che ti contraddistingueva e che ti rendeva forte.
Ora vieni incontro a me con le braccia spalancate e un vestito a fiori,
stando attenta a non ferirmi con le tue stoccate di fioretto.
Vuoi qualcosa da mangiare?
Vuoi stare qui accanto a me?
Vuoi andare a fare una passeggiata?
Vuoi ascoltare i rumori dell’autostrada?
Da qualunque posto tu provenga deve essere dalla terra del forte,
del selvaggio e della paura,
cammino dietro di te, quasi carponi, e capisco
quanto l’amare comprenda anche l’odiare,
quante volte ho giurato di dire la verità e ho abiurato,
quanto tempo ho perso a cercare traiettorie futili,
quanto bello è stato respirare con polmoni simili a branchie,
quanto difficile è stato trovare il codice per decifrare le tue crittografie.
Ora senti il ghiaccio sotto i tuoi piedi farsi sottile,
e muovi lentamente i tuoi passi.
Io ti seguo, graffiando il ghiaccio e, supino, cammino
mentre una falla s’è aperta sotto i tuoi piedi e tu sei volata via.
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Attraente, misteriosa, questa tua poesia...5*
criptica