Cara Maria, non ti conosco, ma avendo vissuto in famiglia un evento simile, ho immaginato così. Non ho la presunzione di sapere, ma sicuramente di capire e condividere. Un abbraccio.
Inizia presto il mattino. Te ne accorgi dalle luci che si accendono i passi concitati, il rumore dei carrelli lungo i corridoi. Vestiti di bianco gli infermieri già ti portano i medicinali. Finestre aperte, altri carrelli, giunge anche la colazione. Poi i medici in corteo. Bisbigli, occhiate, silenzi, il desiderio di capir la verità ti aggredisce, ti pervade e si distende su tutte le tue membra. Ad una tua domanda, sei investita da frasi complicate, scandite da pause che accrescono ancor di più la tua apprensione. E’ l’ora del pranzo. Sobrio, leggero, magari pure scotto. Breve il sonno del pomeriggio, trafitto da un termometro che ti ritrovi in un’ascella odorante di alcool. Poi uno sguardo in giro, nel volto degli altri cerchi di trovare il tuo stato migliore. Giunge la sera, con la solita cena e la mela cotta. Fra poco arriveranno i parenti. File nei bagni. Specchietto, pettine, creme e profumi si agitano convulsamente nelle mani di ciascuno. Giù in un ampio stanzone tutti aspettano il segnale. Ecco il via, tutti di corsa, agli ascensori, alle scale, ai corridoi. Chi aspetta immagina il percorso, cerca di accompagnare il passo dei suoi cari. Arrivano finalmente, volti conosciuti, finalmente. Dopo le solite domande, parole di conforto, per incoraggiarti della tua passeggera malattia, tutti invidiano il tuo fortunato riposo, invece del faticoso lavoro quotidiano. Le solite bugie, poi sommessi accenni ai vicini di letto, sicuramente più gravi, qualche parola su quelli andati e sui nuovi arrivati. Ma è già passata un’ora. Ti avverte l’infermiere di turno con una voce stonata e fastidiosa. Le stanze si vuotano, le luci si spengono. Nel silenzio, ogni tanto qualche prolungato sospiro. Quanto è lunga l’attesa.
GRAZIE A TUTTI. GRAZIE LAISA, GRAZIE ROSI, GRAZIE TERESA, GRAZIE FRANCESCO, GRAZIE GRAZIA, GRAZIE KEN, GRAZIE ROCCO, GRAZIE PAOLO, GRAZIE SALVATORE, GRAZIE WILOBI, GRAZIE SABRY, GRAZIE GIANCARLO, GRAZIE FRANCESCO GENTILE, GRAZIE MARGHERITA, GRAZIE GIULIA.
ALFONSO BORDONARO 12/05/2017 - 09:38
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Il tempo si ferma chiusi in una stanza di ospedale. L'attesa diventa lunga e non si vede l'ora di incontrare uno sguardo familiare. Ottima descrizione!
Giulia Bellucci 11/05/2017 - 21:32
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Mi hai semplicemente commossa nel tracciare quest'attesa...e quanto è vera! Un pensiero speciale per chi soffre tanto dolore...Un abbraccio a te e a Maria ( Tesoro tengo stretta la tua mano e non ti lascio)
margherita pisano 11/05/2017 - 20:27
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Una dedica speciale, bellissima.. molto sentita
Francesco Gentile 11/05/2017 - 20:14
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sei un uomo con una sensibilità che non avrei fatto sei molto molto caro grazie questa situazione la conosce bene Maria e devo dire anche io quanto è lunga l'attesa quanto dolore passa in un'attesa e quanto nel dolore 5*
GIANCARLO "LUPO" POETA DELL 11/05/2017 - 19:20
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Commovente e intensa...sei un uomo sensibile...Un pensiero a Maria....
Sabry L. 11/05/2017 - 19:11
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Pare d'esserci ... effettivamente. Ma quanto è veramente lunga l'attesa? ... ed un caro saluto a Maria.
Wilobi . 11/05/2017 - 19:02
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Alfonso nono'parole,condivido
Salvatore Rastelli 11/05/2017 - 17:34
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Una dedica a Maria che è una donna speciale che merita una pronta guarigione e tutto il nostro amore. Molto bene Alfonso.
Paolo Ciraolo 11/05/2017 - 16:43
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Hai descritto la degenza di una giornata ospedaliera similmente. Nulla hai lasciato mancare. ----- Maria, coraggio, sii forte... Ti aspettiamo trepidando. ----- Lieto meriggio. *****
Rocco Michele LETTINI 11/05/2017 - 15:50
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Ahimè, conosco molto da vicino queste circostanze. Non mi soffermo quindi sul contenuto, preferisco sottolineare la tua sensibilità nel dedicare la tua poesia ad una persona che vive certi momenti drammatici. *****
Ken Hutchinson 11/05/2017 - 15:32
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E' lunghissima l'attesa quando sei costretto a stare fuori da casa tua, dalle tue abitudini e dai tuoi conforts e speri che tutto si risolva presto e bene per poter tornare alla vita di prima. Piaciuta. Un saluto!
Grazia Denaro 11/05/2017 - 15:15
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La ricostruzione è sicuramente verosimile e tu l'hai saputa racontare a dovere con tutta la tua bravura. Adesso non resta che offrire a Maria un sorriso ed un raggio di sole.
Francesco Scolaro 11/05/2017 - 15:10
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Esattamente così . hai dimenticato il sorriso sulle labbra e il dire:Dto bene..... Nonostante tutto.
Teresa Peluso 11/05/2017 - 14:59
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Arrivi al cuore ...COMPLIMENTI
Rosi Rosi 11/05/2017 - 14:43
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fantastico sai toccare l'anima di chiunque ti legga
laisa azzurra 11/05/2017 - 14:16
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