e altrettante grandezze infinitesimali che non possiamo calcolare.
Ci sono poi i sentimenti umani che sono grandezze
che non possiamo misurare.
Mi aggiro tra le rovine di quello che era un tempo un villaggio,
ci sono rovine e spunzoni di travi e legno dappertutto.
Ci sono prati incolti e orizzonti piatti e monotoni
e poi c’è la tua ombra.
Ti aggiri per le vestigie con fare furtivo,
quasi a voler nasconderti dietro queste rovine.
Sei vestita con un vecchio pastrano militare,
hai i capelli lunghi e sciolti sul collo.
Ti inseguo per vicoli e angiporti,
vengo dietro di te come un cagnolino.
Ma sei troppo brava a mimetizzarti,
sembra che tu ti sia allenata a farlo.
A un certo punto arrivo davanti a quella che doveva essere
una casa maestosa con tanto di frontale adornato.
Ora non rimangono che tracce dell’antica bellezza.
E allora che ti ho visto,
eri nascosta dietro un vecchio cornicione tra rovine polverose,
ti ho raggiunta e ti ho preso per mano,
tu mi hai lasciato fare senza dire una parola.
Ci sono grandezze che non si possono misurare.
Ci siamo allontanati dalla vecchia città
e abbiamo percorso non so più quanti chilometri
in direzione opposta, ti tenevo per mano.
Tu mi hai lasciato fare.
Ora ci troviamo nella boscaglia,
muschi e licheni drappeggiano il terreno,
la tua mano è calda, tutto il tuo corpo emana calore.
Non so perché ma mi basta questa stretta di mano per capire che già ti amo.
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La bellezza della tenerezza
buon pomeriggio