doveva dipendere il mio sentimento!
Proprio dal loro potente,
universale ardore.
E io lo sento bussare forte e possente
alla porta del mio eterno vagare.
Chiedo e cerco ancora la giusta dimensione della vita,
il mio impulso,
davvero in questa che m’appare a volte
una realtà inaridita
Per me non è una novità,
semplicemente perché tutto su ognuno dei mie figli
con pazienza ho riversato
Ho regalato perfino la fonte della mia serenità.
Quella custodita con la passione
e la consapevolezza,
e per questo, adesso che non l’ho più,
vado alla ricerca in loro,
della essenzialità, della magica,
profonda, mia originaria tenerezza.
E la ritrovo proprio intatta nei lori cuori
che ho ricolmato di ogni mia letizia.
Sino all’ultima briciola l’ho donata,
come fosse la cosa più cara da me posseduta.
La rintraccio proprio nei miei figli
la mia quiete dell’eternità,
perché tutto Il mio bene
adesso lo trovo in essi collocato,
ubicato e teneramente custodito.
Ed ogni volta che voglio riavere la mia armonia,
basta un bacio sulla guancia dei mei figli
e tutto scompare come
per una semplice,
prodigiosa magia.
È tutta qua la mia realtà,
ciò che mi resta oramai della vita.
La conto oramai nelle loro mani,
nelle loro cinque dita.
(L’immagine ad acquerello allegata, così pure le altre che accompagnano i precedenti brani, sono dipinti dello stesso autore, creati per illustrare propri libri di fiabe)
Voto: | su 1 votanti |