Che fu,
senza i lumi tuoi,
il peregrinar ozioso
del tuo amato sposo;
su tante prue
lasciavo il mio cuore
ad asciugare,
dai patimenti condannato
di un amore mai ricambiato.
Tra i volti dei tanti
che ho incontrato
un dì il tuo scorsi
e non subito lo riconobbi.
Il vento lagnava
portandosi via
gli ultimi spasmi
della mia follia
di cogliere la luce
fatuo faro della vita mia.
Ma un germogliar di raggi,
più forti della bruma
densa nei paraggi,
partoriva orizzonti
dai nuovi contorni
e il sole ad indicar la strada:
a correr mi misi
verso l’ignoto
e lì ti incontrai di nuovo
che correvi
e ti raggiunsi.
Non appena ti rividi
ti amai.
Ci fermammo.
Ci guardammo.
I cuori a pulsare
all’unisono
di un canto nuovo
al nostro trovato Amore.
La mia mano nella tua,
abbandonati alla luce
che solo noi conduce
laddove è sempre giorno.
senza i lumi tuoi,
il peregrinar ozioso
del tuo amato sposo;
su tante prue
lasciavo il mio cuore
ad asciugare,
dai patimenti condannato
di un amore mai ricambiato.
Tra i volti dei tanti
che ho incontrato
un dì il tuo scorsi
e non subito lo riconobbi.
Il vento lagnava
portandosi via
gli ultimi spasmi
della mia follia
di cogliere la luce
fatuo faro della vita mia.
Ma un germogliar di raggi,
più forti della bruma
densa nei paraggi,
partoriva orizzonti
dai nuovi contorni
e il sole ad indicar la strada:
a correr mi misi
verso l’ignoto
e lì ti incontrai di nuovo
che correvi
e ti raggiunsi.
Non appena ti rividi
ti amai.
Ci fermammo.
Ci guardammo.
I cuori a pulsare
all’unisono
di un canto nuovo
al nostro trovato Amore.
La mia mano nella tua,
abbandonati alla luce
che solo noi conduce
laddove è sempre giorno.
Poesia scritta il 04/01/2018 - 11:58
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Commenti
Sguardi sognanti di due anime innamorate, bellissima...
Lucia Frore 05/01/2018 - 11:43
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