E pensare che avrei voluto morire
Avrei perduto la possibilità di apprezzare la luce dell’anima,
l’innocenza dei bambini che giocano felici per le strade
al sorgere del sole,
al tramontare del sole,
sotto la pioggia scrosciante, a piedi nudi perché indigenti.
Le viuzze dei sobborghi sperduti tra gli altipiani degli aztechi,
con il fascino delle cose semplici,
lo schiamazzo degli “scugnizzi”,
il chiacchiericcio delle comare con le gonnelle lunghe
sedute davanti agli usci delle catapecchie a sgranare i piselli freschi,
appena colti nell’orticello, per preparare un saporito piatto ai piccoli di casa,
ai grandi lavoratori, ma piccoli perché sfiniti dalla fatica,
stanchi persino per riuscire a dormire.
Lo splendore della vita dei derelitti ricchi
del coraggio di vivere
Perché la vita è bella se si sanno apprezzare le piccole cose quotidiane,
il gesto generoso del bimbo che allunga la mano con una manciata di riso
per il compagno appena incontrato,
la carezza del consorte o del compagno di vita
che apprezza le tue fatiche.
Non avrei potuto dare una mano alla vecchietta
che ha timore di attraversare la strada,
assaporando la gioia di essere utile,
di trasmettere l’amore che riscalda il cuore,
di carpire un sorriso che ti illumina la VITA.
Avrei perduto la possibilità di apprezzare la luce dell’anima,
l’innocenza dei bambini che giocano felici per le strade
al sorgere del sole,
al tramontare del sole,
sotto la pioggia scrosciante, a piedi nudi perché indigenti.
Le viuzze dei sobborghi sperduti tra gli altipiani degli aztechi,
con il fascino delle cose semplici,
lo schiamazzo degli “scugnizzi”,
il chiacchiericcio delle comare con le gonnelle lunghe
sedute davanti agli usci delle catapecchie a sgranare i piselli freschi,
appena colti nell’orticello, per preparare un saporito piatto ai piccoli di casa,
ai grandi lavoratori, ma piccoli perché sfiniti dalla fatica,
stanchi persino per riuscire a dormire.
Lo splendore della vita dei derelitti ricchi
del coraggio di vivere
Perché la vita è bella se si sanno apprezzare le piccole cose quotidiane,
il gesto generoso del bimbo che allunga la mano con una manciata di riso
per il compagno appena incontrato,
la carezza del consorte o del compagno di vita
che apprezza le tue fatiche.
Non avrei potuto dare una mano alla vecchietta
che ha timore di attraversare la strada,
assaporando la gioia di essere utile,
di trasmettere l’amore che riscalda il cuore,
di carpire un sorriso che ti illumina la VITA.
Poesia scritta il 04/09/2013 - 10:45
Letta n.1359 volte.
Voto: | su 9 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.