Del cavernoso concavo mi è l’esplorar grato
e rattenendo vo
tra labbra di intonse cavità ‘l fiato
ch’il respir mai si comprima, s’adagi eburneo il guardo
e a baciar le fenditure si fletta innamorato.
Cred’ i’ che niun uomo ostentar possa indifferenza
al multiforme svelarsi della petrosa consistenza
della freddura frusta l’alma ‘l suono
ma del cor avvertesi il calore
del profondo cosmo e del suo vestir migliore.
Tempo verrà ch’i da te mi ritragga
spelonca inafferrabil e divina
ma ‘l penser mio mai da te t’en prego sfugga
di quella roccia tua salda e adamantina.
Ch’il terren peregrinare maggior reca la soavità
se anco di sotterranea seduzione
costante e amorevol brillerà.
e rattenendo vo
tra labbra di intonse cavità ‘l fiato
ch’il respir mai si comprima, s’adagi eburneo il guardo
e a baciar le fenditure si fletta innamorato.
Cred’ i’ che niun uomo ostentar possa indifferenza
al multiforme svelarsi della petrosa consistenza
della freddura frusta l’alma ‘l suono
ma del cor avvertesi il calore
del profondo cosmo e del suo vestir migliore.
Tempo verrà ch’i da te mi ritragga
spelonca inafferrabil e divina
ma ‘l penser mio mai da te t’en prego sfugga
di quella roccia tua salda e adamantina.
Ch’il terren peregrinare maggior reca la soavità
se anco di sotterranea seduzione
costante e amorevol brillerà.
Poesia scritta il 23/05/2018 - 11:31
Letta n.881 volte.
Voto: | su 0 votanti |
Commenti
Nessun commento è presente
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.