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Morte

Che cosa sei?
Silenziosa ed infame,
hai aspettato solo che mi voltassi
per poi colpirmi alle spalle.
Che cosa sei?
Portatrice di lacrime e dolore,
non dai nessuna spiegazione,
segui il tuo scritto e vai avanti.
Che cosa sei?
Crudele ed egoista,
non guardi in faccia nessuno,
prendi chi vuoi senza avere pietà.
Che cosa sei?
Lasci qui chi soffre,
lasci qui chi resta,
in questa continua spirale di dolore,
per la ingiusta perdita di chi ti sei portata via.
Che cosa sei?
Morte, inaspettata e perfida morte.



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Poesia scritta il 15/09/2013 - 21:18
Da Sabrina Testai
Letta n.1231 volte.
Voto:
su 3 votanti


Commenti


in effetti hai ragione, mi spiace .

f c 16/09/2013 - 12:23

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Certo non voglio che vengano fatti falsi apprezzamenti sulle mie opere, semplicemente nel tuo primo commento ho constatato una forse troppo diretta opinione che come primo impatto è apparsa poco carina. Tutto qui.

Sabrina Testai 16/09/2013 - 11:49

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Ho scritto 2 commenti , ho cercato di darti suggerimenti e l'ho fatto solo perché penso che tu non scriva male, mi spiace per quello che ti è successo ma nel momento in cui lo scrivi lo stai rendendo pubblico e non importa di cosa parli ma di come lo fai. Sono sincero, è inutile star qui a dire sempre bravo , bella poesia e poi magari era meglio farsi pestare un piede da un elefante.

f c 16/09/2013 - 09:43

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Il modo di esprimere la tua opinione mi sembra non troppo elegante perché lo vedo quasi come un disprezzo. A te questa poesia non darà niente ma a me ti garantisco ke purtroppo qualcosa trasmette sia x le parole sia x il fatto di averlo provato sulla mia pelle. Accetto e rispetto le critiche ma devono comunque essere fatte con rispetto.

Sabrina Testai 16/09/2013 - 09:39

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Scusa ma se sai perfettamente che cos'è perché continui a domandarlo? Poi lo ripeti per 5 volte in meno di 20 versi. In più lo sveli subito nel titolo che è la morte. Chi legge non sa cosa senti, non e giusto che si ritrovo infilato in un'interminabile serie di cliché. Prova a leggere Tolstoj.

f c 15/09/2013 - 23:07

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Prova a immaginare che nessuno sappia o provi quello che tu provi, ricorri a immagini semplici che tutte insieme evochino una situazione in cui il lettore sia in grado di ritrovarsi, non puoi aspettarti che chi ti legge faccia lo sforzo di conoscerti, sei tu scrittrice che devi farti scoprire con delle tracce che guidino a quello che vuoi trasmettere un passi alla volta. Se sbatti tutto in faccia a chi legge sembra che spazzi una stanza invece di arredarla. Scusa se sono un pò diretto ma credo che tu non sia male affatto e mi fa rabbia non leggere qualcosa degno delle tue capacità.

f c 15/09/2013 - 23:00

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Prova a immaginare che nessuno sappia o provi quello che tu provi, ricorri a immagini semplici che tutte insieme evochino una situazione in cui il lettore sia in grado di ritrovarsi, non puoi aspettarti che chi ti legge faccia lo sforzo di conoscerti, sei tu scrittrice che devi farti scoprire con delle tracce che guidino a quello che vuoi trasmettere un passi alla volta. Se sbatti tutto in faccia a chi legge sembra che spazzi una stanza invece di arredarla. Scusa se sono un pò diretto ma credo che tu non sia male affatto e mi fa rabbia non leggere qualcosa degno delle tue capacità.

f c 15/09/2013 - 22:49

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Scusa ma se sai perfettamente che cos'è perché continui a domandarlo? Poi lo ripeti per 5 volte in meno di 20 versi. In più lo sveli subito nel titolo che è la morte. Chi legge non sa cosa senti, non e giusto che si ritrovo infilato in un'interminabile serie di cliché. Prova a leggere Tolstoj.

f c 15/09/2013 - 22:22

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