La maledizione dell’aquilone – Sogno in bisaccia
Ninfa mi apparve in sogno.
Fanciulla d’animo, ma virago
in cuor suo e nell’aspetto.
Di spalle a nivea statua.
Un tascapane eburneo
sulla pelle scura del tiglioso,
coriaceo suo corsaletto.
E sullo sfondo di una
mulattiera, tra i bellissimi
capelli scuri lungo il viso fiero
un atro cerchietto.
Disse di non scordare
agoraio e scarsella,
e mi chiamò Aquilone.
Il sogno mi lasciò dell’agretto.
Non comprendo, non sono altro
che un artiere degli aquiloni e un
rimatore, nella foggia e nel petto.
Fanciulla d’animo, ma virago
in cuor suo e nell’aspetto.
Di spalle a nivea statua.
Un tascapane eburneo
sulla pelle scura del tiglioso,
coriaceo suo corsaletto.
E sullo sfondo di una
mulattiera, tra i bellissimi
capelli scuri lungo il viso fiero
un atro cerchietto.
Disse di non scordare
agoraio e scarsella,
e mi chiamò Aquilone.
Il sogno mi lasciò dell’agretto.
Non comprendo, non sono altro
che un artiere degli aquiloni e un
rimatore, nella foggia e nel petto.
Poesia scritta il 27/01/2019 - 15:55
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Commenti
MASTRO POETA....come dice il tuo nick sei un poeta artigiano laborioso e non solo costruisci anche aquiloni. Nei sogni tutto può accadere......
mirella narducci 27/01/2019 - 18:15
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...forse, quella ninfa androgina, per un attimo ha creduto di tenere la cordicina, proprio di quell'aquilone e nn del poeta, ma poi si è accorta di essere solo la protagonista di un sogno ed ha lasciato che volasse anche sotto la sue stelle.
Entusiasmante
Entusiasmante
laisa azzurra 27/01/2019 - 17:57
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Molto ben costruita, Mastro!
Sempre bravo!
Sempre bravo!
John Sirrom 27/01/2019 - 17:29
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