Bussò la volpe dal collo stretto;
aprii per gentilezza
al suono della sua voce cadenzata
nascosta da un berretto,
che lì fuori al freddo s’allenava
in brevi numerati vocalizzi.
«Ho già cantato stamattina, mi scusi»,
risposi all’amletica richiesta
che ancora prima di sentire
stava già stampata sul suo celato viso.
«Bene, non è poco!», disse nell’udire del mio canto,
ma non contento aggiunse, «io posso
darle un metodo per farlo meglio».
aprii per gentilezza
al suono della sua voce cadenzata
nascosta da un berretto,
che lì fuori al freddo s’allenava
in brevi numerati vocalizzi.
«Ho già cantato stamattina, mi scusi»,
risposi all’amletica richiesta
che ancora prima di sentire
stava già stampata sul suo celato viso.
«Bene, non è poco!», disse nell’udire del mio canto,
ma non contento aggiunse, «io posso
darle un metodo per farlo meglio».
Contorcendomi, stavo già per tornare
ai turbamenti del mio mattino,
quando udii quel suo pungente,
spinoso, iniziatico e promettente dire.
È da allora che vado sottobraccio, felice,
tutti i giorni dopo cena,
con la mia preziosa stonatura.
Poesia scritta il 12/04/2019 - 11:54
Letta n.861 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Graziosa davvero
laisa azzurra 12/04/2019 - 15:03
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Molto bella come le favole antiche
Maria Isabel Mendez 12/04/2019 - 14:57
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Mi fai venire in mente Pinocchio nel paese dei balocchi felice di portare in giro le sue stonature. Come è bello a volte!!!!
Ernesto D'Onise 12/04/2019 - 14:19
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MARIO....Forse ogni tanto bisogna ascoltarle le voci delle volpi....
mirella narducci 12/04/2019 - 12:53
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