Le rondini sono partite,
strappati i fili del telefono
pendono vuoti nel vuoto
strappati i fili del telefono
pendono vuoti nel vuoto
Nei secoli dei secoli
abbiamo immaginato
lamiere e caterpillar,
vernici al fosforo e luci
impaginazioni violente,
freddi incendi
di tetti mattutini.
Oggi la nebbia ha garantito
una nota perdente,
la noia dei gerundi,
il trillo mansueto
che impiastriccia
il microfono della cornetta.
Non perdiamo tempo,
allestiamo quello che resta
con gli ultimi scampoli di seta
Non è una vetrina
ma uno spazio aperto,
come il cielo
dietro i rami spogli
dell’autunno.
Poesia scritta il 27/11/2013 - 14:48
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