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vernice

L’aurea mescolanza beffarda affacciasi
di ribelli cromature ch’ avide son di antiche scene
e su muri da morsi d’umido sbranati baloccasi
a tracciar sulla pelle lor pennellate or nobili or oscene.
Dondola sbuffante il pennello in disio d’ascesa
a colonizzar di cromature la più ascosa fenditura
ogni gestualità un irrazional e pavido librarsi
laddove più non ululi la spazialità di paura.
Vernice
semantica aralda di umili e presuntuose tinture
gioiosa baci quel collo inumidito di cemento
che ritto ergesi al pavoneggiarsi irridente del vento.
Ove stagliansi miserie di impettito grigior tiranne
qual nido impenetrabile crei l’ardente tua policromia
l’orfano biancor abbraccia e un figliuol tuo fanne
con l’atavica tua irreprimibil spumeggiante liturgia.



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Poesia scritta il 18/06/2019 - 12:30
Da cristiano comelli
Letta n.895 volte.
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