Non c’è nube nera che sfiori l’orizzonte
il sole risplende sempre sugli specchi.
Osserva e vede ciò che sente: “E’ bello”.
Bello? cosa vuol dire bello? Non ricorda più.
Nessuno ha più bisogno, strano, neppure lui.
Bene e male, come punti di vista di opinioni?
Giorno e notte, forse magnifiche illusioni?
Alte volano pene ad inseguire colpe da chiarire:
“Senza il male non gioirai vivere alcun bene.
Senza il freddo della notte, non scalderà un cuore
il sole del mattino, senza…”
Presenta il conto ogni risveglio un po’ agitato:
In soccorso, la memoria gli riporta Benedetta
quando trasaliva
ad ogni respiro che avvertiva accarezzare la sua mano:
“la vita è una cosa meravigliosa
anche negli aspetti più terribili”
ricorda a noi ancora
e tuttora
dona sorrisi contagiosi.
Forse questa, una delle ragioni di vita sulla terra
dove il riso abbonda e non manca mai un pianto?
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Benedetta Bianchi Porro laureanda in medicina, all’ultimo esame deve arrendersi.
I suoi studi le servono per diagnosticare per prima, la sua malattia che la porterà
In breve tempo ad essere completamente paralizzata, sorda e in seguito ad un
errore chirurgico anche cieca. Benedetta comunicava con un fil di voce rimasto. Gli altri le “parlavano” piegando le dita della sua mano destra, premendole sul corpo o sul viso, secondo un alfabeto muto convenzionale. La sua finestra nel mondo.
Il suo capezzale era un continuo rincorrersi di amici che affermavano ricevere da lei
gioia e serena voglia di vivere; pensare che, nei primi tempi, era loro intenzione portarle conforto.
Una donna, una Grande dei nostri tempi.
* “OLTRE IL SILENZIO” dal libro omonimo di Anna Cappelli.
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