scavalcando i cancelli,
con i pantaloni rattoppati,
le mani bucate,
schiamazzando come fannulloni.
Mentre lo spaventapasseri potava
le siepi con mani di forbice,
lasciando qua e là chiazze
d'erba alta,
nel suo fare indolente.
I covoni erano stati distrutti dalla grandine,
le mole rimaste ferme senza grano
da macinare, i forni spenti, vuoti senza pane.
L'uomo dallo sguardo assente, in ginocchio,
invocava il Dio dell'immaginario raccolto.
Tentammo di arare i campi ma il vomere
di cristallo non era idoneo all'aratura
frantumandosial contatto di zolle aride,
mentre lo gnomo dallo sguardo beffardo,
ci offriva chicchi di riso che subito
scomparivano al contatto delle nostre mani.
Il guardiano fece entrare le maschere infuocate,
che in ogni momento mutavano sembianza
per prendere le forme dell'atomo quantico
in movimento.
Con sguardo sgomento ci sedemmo
sui gradini della casa diroccata,
dalla quale provenivano grida di partorienti,
voci di bambini, brusi di donne in preghiera.
Cercammo invano le amarene per placare la fame,
non ne trovammo sorprendendoci del nulla,
mentre le due sorelle, con mani astratte,
ci offrirono miseria e sofferenza.
Da lontano Cechov osservava il nostro disappunto
nel constatare che eravamo morti,
senza essere stati in grado di capirlo!
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Molto bella e complessa
Dovremmo imparare ad invocare Dio e la buonasorte in vita...
Molto, molto bella Alpan