che il suono della musica è l'essenza,
così anche, quale legge ch'è vissuta,
il Credo della fede è la potenza.
Se l'uomo ha la ragione che l'aiuta
ed ai problemi suoi dà soluzione,
qualsiasi cosa che resta incompiuta
è prova della sua limitazione.
Per la ragione tutto è possibile
fin ch'è la logica che lo dimostra,
però, quando l'essenza è irraggiungibile,
a nulla serve la sapienza nostra.
Nel punto in cui si ferma la ragione
s'apre la grande strada della fede
che si percorre senza spiegazione
pur risolvendo quel che non si vede.
Il prodigio, che appare trascendente
a questa dimensione ch'è terrena,
la fede lo ritien cosa da niente
potendo lei oprarne anche a catena.
L'uman sapere è solo cosa vana
di fronte alla potenza della fede,
perch'esso poco può e giammai risana
il nostro corpo che col male cede.
Virtù che non fa parte del mondano,
la fede è più qualcosa di divino
che svela tutto ciò che pare arcano
e della vita illumina il cammino.
Con fede e con amore l'uomo sale
la scala che conduce in Paradiso
e s'allontana sempre più dal male
di cui codesto mondo è tant'intriso.
Per chi non crede, questo vale poco,
dato ch'egli usa solo la ragione,
ma non s'accorge che la vita è gioco
e non, come lui pensa, un'opinione.
La fede ha la potenza di trainare
i popoli e le genti a lei votate,
acché lor possan per sempre lodare
l'Eterno Padre che l'ha generate.
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Questa poesia può essere considerata un'ode, poiché descrive con concetti filosofici e teologici i poteri taumaturgici della fede. Vuole anche essere d'incitamento per coloro che non credono, affinché abbandonino le loro opinioni ed intraprendano il cammino della fede.