Allor che le membra son smorte
fredde , pallide,
e l ' umano  patir  quinci si resta al
 passo di sora morte ,
cosa resterà di quest 'uomo ?
Solo pianto , rimpianto  ,indi 
polvere ?
Tanto  amaro  il passo 
su questa terra ,
eppur una vita ,ah mala vita ,
senpre  punge il cor  allo svilimento. 
Siamo ombre  in un mattino 
pallido  pronte a sparir alla prima luce .
Cosa sei povero uomo se non l 'ultima 
polvere  da tutti dimentica ?
Chi piangera sull tuo muto marmo ?
chi dirà  di te  bene o male ?
chi ancor  mesto posera' un fiore ?
Temp'era   della stella in bilancia, 
O natura  matrigna 
perché ci inganni ?
Qual tristo  fio 
ci attende? 
Tu madre  non ci serbi
dal fato ,
non ci culli  
come  piccini  quando eravamo
Nel grembo  ?
Qual' è il senso
della vita se poi
siam tal quale 
erba recisa? 
Lontani i giorni  d' estate ,
ancor  da lungi si aspetta la primavera 
Ma tu non più  ti rallegri dei giorni ,
del vento  ,del mormorio del mar 
Perché giaci  in eterno 
nel tuo avello al peso degli anni ,
delle nuove stagioni 
Corrado cioci
Poesia scritta il 01/11/2019 - 10:22Voto:  |  su 1 votanti  | 
	

Leo Pardiss  
 02/11/2019 - 09:24 
Alberto Berrone  
 02/11/2019 - 00:04 Ognuno poi,in realtà,cerca di darne uno alla propria,secondo l’educazione ricevuta,la religione di appartenenza,le proprie esperienze.Secondo me non ce ne può essere uno uguale per tutti.Non ce n’è uno universale e ognuno si arrabatta come può di fronte ai grandi interrogativi che,per esempio,pone la morte.

Anna Maria Foglia  
 01/11/2019 - 11:26 
                        


