Delle tue mani
conosco il ritmo, l’umiltà,
l’andatura e il gesto
non allineati del coraggio.
Il concetto che si fa attuazione
colore, materia, legno, creta
bronzo. Leghe e legami.
Il pensiero cardato dalla scrittura.
So delle tue mani la carezza
sul viso e dentro. Più a fondo,
a fondo più di quanto appare
la minima luce, il minimo corpo.
Venero le tue mani forti e delicate:
il polso che congiunge alla terra,
il carpo dove si muovono strade,
il metacarpo, più invitante, di sentieri,
le unghie sono richiami felini,
i palmi coppe con miele delle nubi,
le falangi destinazioni per migratori.
Delle tue mani non conosco la rabbia,
il pugno scomposto,
il cambio repentino delle carte,
la falsità del baro.
Conosco l’autentico respiro dei tuoi pori,
la complessità delle articolazioni nervose
che obbediscono a un caso di scelte.
So i muscoli, i gangli e le sinergie celesti.
Celeste
so il caldo tepore delle dita
quando mi prendi per mano
e intrecci tenerezza alla tua.
Poesia scritta il 09/11/2019 - 19:25Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
  
Francesco Gentile  
 11/11/2019 - 08:58 è una poesia che coinvolge in modo profondo...
Grazia Giuliani  
 10/11/2019 - 15:22 
Antonio Girardi  
 10/11/2019 - 14:40 Versi che toccano corde sensibili!
Leo Pardiss  
 09/11/2019 - 20:27 
                        



