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Eri.

Eri una sciocca bambina
ma ti amavo
per giunta capricciosa,
ma ti amavo
nemmeno la tua impertinenza
mi stancava dallo starti accanto.
Le giornate con te erano come pochi istanti felici e come tali passavano presto
e noi alla ricerca di altri istanti felici che puntualmente giungevano.
Le nostre battute stizzose, quasi sempre finite in bellezza
si consumavano come pasti a luce di candela
ed io sono stato uno stupido a lasciarti andare.
Andare via e lasciarti andare per me è stata la stessa cosa.
Ero; eri, eravamo così sciocchi a pensare di poter giocare l'amore
con i nostri carenti mezzi come se credessimo fossero essi stessi allo stesso tempo scalpelli di scultori, pennelli di pittori, poemi di poeti e noi i soggetti da dover per forza immortalare imprimendoli nel marmo, la tela e i versi.


Francesco Currò
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Poesia scritta il 15/11/2019 - 15:11
Da Francesco Curro
Letta n.900 volte.
Voto:
su 1 votanti


Commenti


Grazie Graziella Silvestri si vede che si deve averlo lasciato!

Francesco Curro 24/11/2019 - 15:01

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Eri..ma ha lasciato un bel ricordo. Bei versi, complimenti

Graziella Silvestri 15/11/2019 - 20:09

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