fa la giornata
era un detto
di era passata.
Quando si andava
a piedi o a cavallo
a zappava,in campagna
da mane a sera 
a pane e formaggio
o olive e cipolla.
Per amor di quella 
spiga di grano
da raccogliere
e portare ai granai
da trasformare 
in pane e da portare
in tavola
per tutta la famiglia 
allora sfamare.
La mattinata,allora,
faceva la giornata...
e i lavoratori in corsa
sia all'andata 
che al ritorno
per tornare 
ad abbracciare
la famiglia,
allora grande,
con nonni,moglie
e figli- tanti.
In tempi,or passati
il padre era il padrone,
" si diceva" ma più volte 
era un povero servitore
a lavorare
da mane a sera
senza veder mai
né una festa
o né una primavera.
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 PERDONO 
.
Non c'è perdono 
per chi nella notte
ti entra in casa 
e ti brucia nel letto
e poi ancora 
ti colpisce a botte
per completare 
il delitto perfetto.
E come niente fosse 
van tranquilli
a festeggiare 
in tanti la bravata
per dire agli inquirenti 
"eravamo brilli"
in quel momento 
che tutto bruciava.
A questi orrori, 
minorenni o no,
io non darei 
il carcere a vita
per esser noi 
a lavorar per loro
ma pagarli con la 
stessa moneta.
Festeggiarli in piazza 
a fiamma accesa,
come avveniva, 
un dì, in tempi lontani 
per dar l'esempio 
a quella infame offesa
e fargli spegnere 
il fuoco con le mani.
Poesia scritta il 18/02/2014 - 19:08Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
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