Accarezza e prova ad illudere
ancora sorridendo,
la tua fresca incoscienza,
e respira senza più soffocare,
questa fragile esistenza.
Segui con il corpo proteso,
la danza del grano fiaccato dal vento.
Guardati le mani raccolte in preghiera,
mentre la pioggia ti bagna i vestiti,
e si mescola al pianto.
Canta ad occhi chiusi,
una nenia senza parole,
e lasciati andare alle mancanze,
che hai reso cieche,
ma che ti appartengono.
Ignora il freddo che rende sterile
la tua fantasia,
rinnega il foglio cosparso di cenere,
macchiato di sangue,
che cola dai polsi feriti
di un crocifisso,
senza speranza di paradiso
o di inferno.
Ti troverai a confondere,
la paura di morire,
con la voglia di tornare,
dove il vento soffia
senza trovare angoli,
tra le ombre di un cortile,
orfano di antiche filastrocche.
ancora sorridendo,
la tua fresca incoscienza,
e respira senza più soffocare,
questa fragile esistenza.
Segui con il corpo proteso,
la danza del grano fiaccato dal vento.
Guardati le mani raccolte in preghiera,
mentre la pioggia ti bagna i vestiti,
e si mescola al pianto.
Canta ad occhi chiusi,
una nenia senza parole,
e lasciati andare alle mancanze,
che hai reso cieche,
ma che ti appartengono.
Ignora il freddo che rende sterile
la tua fantasia,
rinnega il foglio cosparso di cenere,
macchiato di sangue,
che cola dai polsi feriti
di un crocifisso,
senza speranza di paradiso
o di inferno.
Ti troverai a confondere,
la paura di morire,
con la voglia di tornare,
dove il vento soffia
senza trovare angoli,
tra le ombre di un cortile,
orfano di antiche filastrocche.
Carmine Perlingieri 2020
Poesia scritta il 26/08/2020 - 17:52
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