Dinanzi ad una vetrina
lungo il Corso, sostava un uomo
e dallo sguardo perso
traspariva un senso di sgomento.
Quel tizio son dunque io
sembrava interrogarsi
e non avendo risposta alcuna di rimando
seguitava a fissarsi biecamente.
Da tempo ormai non si riconosceva più
da troppo aveva un buco nero dentro
e un senso di fastidio, quasi un lamento
continuava a trafiggergli il cervello.
Un nome fisso lo martellava sempre,
un’orda di ricordi strazianti,
degli occhi calmi a soggiogar la mente,
ad asservire cuore e sentimenti.
Girandosi mosse un primo passo avanti,
e poi un altro, fu come un lampo,
un tuffo, il grido di qualcuno,
uno stridio di gomme, un sordo tonfo.
lungo il Corso, sostava un uomo
e dallo sguardo perso
traspariva un senso di sgomento.
Quel tizio son dunque io
sembrava interrogarsi
e non avendo risposta alcuna di rimando
seguitava a fissarsi biecamente.
Da tempo ormai non si riconosceva più
da troppo aveva un buco nero dentro
e un senso di fastidio, quasi un lamento
continuava a trafiggergli il cervello.
Un nome fisso lo martellava sempre,
un’orda di ricordi strazianti,
degli occhi calmi a soggiogar la mente,
ad asservire cuore e sentimenti.
Girandosi mosse un primo passo avanti,
e poi un altro, fu come un lampo,
un tuffo, il grido di qualcuno,
uno stridio di gomme, un sordo tonfo.

Letta n.744 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Poesia che tratta un tema drammatico con una scrittura elegante ed efficace. Mi ha molto colpita: una situazione interiore insostenibile dove il protagonista non trova più se stesso. 



--------------------------------------
Bella e ben scritta! 



--------------------------------------
Un lampo,sì!
Bella.
Bella.


--------------------------------------
Agghiacciante e pacata allo stesso tempo. Complimenti.


--------------------------------------
Inserisci il tuo commento
Per inserire un commento e per VOTARE devi collegarti alla tua area privata.