Dinanzi ad una vetrina
lungo il Corso, sostava un uomo
e dallo sguardo perso
traspariva un senso di sgomento.
Quel tizio son dunque io
sembrava interrogarsi
e non avendo risposta alcuna di rimando
seguitava a fissarsi biecamente.
Da tempo ormai non si riconosceva più
da troppo aveva un buco nero dentro
e un senso di fastidio, quasi un lamento
continuava a trafiggergli il cervello.
Un nome fisso lo martellava sempre,
un’orda di ricordi strazianti,
degli occhi calmi a soggiogar la mente,
ad asservire cuore e sentimenti.
Girandosi mosse un primo passo avanti,
e poi un altro, fu come un lampo,
un tuffo, il grido di qualcuno,
uno stridio di gomme, un sordo tonfo.
lungo il Corso, sostava un uomo
e dallo sguardo perso
traspariva un senso di sgomento.
Quel tizio son dunque io
sembrava interrogarsi
e non avendo risposta alcuna di rimando
seguitava a fissarsi biecamente.
Da tempo ormai non si riconosceva più
da troppo aveva un buco nero dentro
e un senso di fastidio, quasi un lamento
continuava a trafiggergli il cervello.
Un nome fisso lo martellava sempre,
un’orda di ricordi strazianti,
degli occhi calmi a soggiogar la mente,
ad asservire cuore e sentimenti.
Girandosi mosse un primo passo avanti,
e poi un altro, fu come un lampo,
un tuffo, il grido di qualcuno,
uno stridio di gomme, un sordo tonfo.
Poesia scritta il 19/10/2020 - 17:25
Letta n.680 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Poesia che tratta un tema drammatico con una scrittura elegante ed efficace. Mi ha molto colpita: una situazione interiore insostenibile dove il protagonista non trova più se stesso.
Anna Maria Foglia 22/10/2020 - 11:32
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Bella e ben scritta!
Maria Luisa Bandiera 22/10/2020 - 07:28
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Un lampo,sì!
Bella.
Bella.
Grazia Giuliani 20/10/2020 - 19:31
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Agghiacciante e pacata allo stesso tempo. Complimenti.
Atrebor Atrebor 20/10/2020 - 17:58
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