si, so che lo sei
buttalo!
si può gettare un foglio in un cestino
ed udirne il suono
carta spiegazzata da mani veloci
e voci già ascoltate traboccano, evaporano e poi svaniscono
non dipende dall’inchiostro, dico, ma da quelle dita che hanno lasciato tracce sulla cellulosa
le parole sanno essere quiete, l’inchiostro scioglie al calore della pelle
ed urla in quei battiti impazziti, un manometro sui testi di un pianoforte muto
i tempi brevi, infuriano fino a stordire ed intorpidire le spalle
le hai conservate, io no, le rimpiango, mi mancheranno sempre
già, sempre...
sai, la penna, quella penna che hai tenuto tra le dita
è stata la mia consolazione
quelle piccole sindoni strazianti, dov’ero io, dov’eri tu
l’ho ascoltate con l’epidermide
quando, dolcemente, luccicanti scivolavano via
e gocciolavano e bucavano e scavavano…
non ti sarò d’ostacolo
sai come mi sento?
un libro aperto con le pagine strappate
ma io non mi fido
in fondo, siamo estranei
e l’assenza di vibrazioni, stenderà il silenzio come una coperta
mani fuggono da mani, segnano il tempo
disegnano un volto
sei sereno, si, so che lo sei
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Ciao splendida Laisa
(John Coltrane)
la tua poesia scorre veloce e il pensiero si colora e tocca mille rivoli di emozioni. Si perché mi hai emozionato! Ti porgo i migliori complimenti possibili, ti conosco come autrice mirabile e affascinante, sei da lode. Serenissima serata e ogni bene.