Dichiarazione (l'icona e il limite)
Quand’anche tu mi raccontassi
le avulse peripezie del sentimento
e ti schermassi dietro al dolore rancido
che ci fa sentire ora angeli consolatori, ora demoni
negli infimi sobborghi di una città lussuriosa,
io sarei sicura del tuo amore, come certa del sole
che sorge ogni mattino,
se solo penso al tuo modo di guardarmi,
come fossi un’incognita di luce
al centro di coordinate cartesiane,
della tua razionalità
il mistero e il limite.
Qualora tu non volessi più raggiungermi
dove io riposo su un giaciglio di spine e glicine
e ti fermassi oscuro senza appello e sentenza
nella pausa del tramonto, che ora placa, ora riaccende
l’imperturbabilità del cielo, all’indomani
non avrei atroce dubbio sul tuo amore, come fisserei
ancora le stelle al calar della notte,
se solo penso al tuo modo d’amarmi,
come fossi un’icona in ombra
al centro di una cattedrale bizantina,
delle tue emozioni
il fluire e l’infinito.
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