«Sono nella terra dei padri
e dormo il sonno delle pietre,
lontano le nuvole coprono le scritte
e un fremito di vento accompagna il silenzio»
Dormo nella sostanza della polvere
nelle paure d’una mostruosa chimera
nella pace e nell’inferno di me stesso
eppure…
Dormo.
Scossa appare la rossa terra
tra spighe secche e sterpi arrugginiti,
nei viali dei passati
nelle vicende dei giorni urlati.
«Cetra di campo
e il serto delle parole
appaiono nelle fessure d’una pergamena.
Otri di buon vino
vegliano i calici dei giusti
e amori raccontati
oltre le falesie
s’affacciano al mare.
Un gazza si nasconde fra le fronde
e il tempo sta
nella quiete della sera,
nel ventre della notte
che aspetta ancora»
Allora suona silenzio,
per me che dormo
nella sordità degli altri,
nelle bizze d’una lucertola
nascosta dentro l’albero…
In ogni cosa che sa di vita
che muore e vive
in istanti uguali
senza mai capire
senza mai chiedere
se a ucciderti è stata mano nemica
o amica.
E dormi tu mia piccola fiaba,
mai scritta
mai cantata,
senza bimbi che giocano
ignari d’essere adulti,
senza rumori d’un metallo nero come la pece.
Sì dormi accanto a quel cane
che nelle rovine dell’umanità
siede a guardia
d’un ultima idiozia regalata.
«Io sono cimitero di me stesso,
violato e insepolto
nella fossa bastarda
che accoglie senza amore
che di Dio non ha alcun timore»

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Complimenti, Poeta, mi ha fatta piangere...





tra spighe secche e sterpi arrugginiti,
nei viali dei passati
nelle vicende dei giorni urlati.
Bellisima


