perché devo valutare
la luminosità del sole
e i colori sfavillanti
che ti scintillano nelle iridi
quando guardiamo qualcosa insieme.
Perché devo abbuffarmi di fragole e panna
mentre ti leggo come un libro aperto e
arieggiare quella gonna azzurra
trasparente a fiori e stelle
che sa di tenebra e profumo
di buono e di peccato.
Mi rinnamoro
perché devo pensare
che la parola “domani” l’abbiano inventata
degli acerrimi nemici dell’umanità felice
e la parola “ieri” sia altrettanto vacua
se non è colma di ricordi.
Perché sai di gustoso asparago selvatico
e io di brattea cuoriforme
infiorescenza del tiglio
sudorifera e lenitiva.
Mi rinnamoro invece
perché le tue mani
sono archetti di violino
sulle mie curve sinuose
a farmi scaturire
acqua di fonte
capriola a dissetarsi senza rete
suadente calda armonia
risuonante di bonaccia e tempesta
tra asteroidi che non portano il nostro nome
ma nemmeno sono lì per caso
all’orizzonte
perfetto e circolare
dei nostri corpi uniti
nella stessa luna.
Voto: | su 1 votanti |