IN QUELLA TERRA DIMENTICATA
partecipazione statale, negli anni
sessanta tante furono le assunzioni,
i poteri forti volevano fare da sorelle o
da mamme, già lei camminava con le
proprie gambe.
L'anima con la 
propria luce interiore, contrasta 
quella dittatura dell'apparire; la vita 
è un comodato d'uso … del fare e del 
divenire, in una società che cresce 
nel suo valore. 
La solitudine era 
densa come la sua percezione,
con paure attese indicava quelle 
prospettive; dall'industria statale 
lui sentiva il calore, c'era la vera 
sua funzione. 
Con quel tanto
sapere, quel loro complesso 
d’inferiorità non poteva durare; 
per i mercati fu un vero successo, 
quella sproporzione saltò subito 
all'occhio. 
Quella piccola 
compagnia improvvisamente in
quel suo primo ingresso, cosa che 
si offre a quel loro sguardo; in quella 
sua irreversibilmente evidenza; gli fa 
perdere la pazienza.
Pur contando 
pochissimo, c'è una spaccatura 
con il loro ingresso; nel sistema 
degli accordi, con solerzia riesce ed 
impedisce alle grandi compagnie 
notevolmente. 
Nell'ingresso del 
presidente alla mensa aziendale, 
ha chiesto come si mangia e se bello
il vostro da fare; una risposta a coro, 
tutto va bene per lo stipendio è un 
po' avaro.
Ci strinse la mano 
a quelli che eravamo più vicino, 
con un sorriso strano; pensavamo 
che il nostro detto lo dispiacesse, 
lui fa un cenno con la testa con un
sorrisino e disse. 
La vostra sapienza 
dubita ma il saggio tanto riflette, 
giorno dopo giorno si sistemeranno
tutte le cose disse; lo stabilimento se 
ci fate caso … non produce ancora, 
arriverà quell'ora.
Voleva la nazione 
indipendente, fondata sul lavoro e 
una giustizia coerente! C'è l'emozione 
solo per dire, per lui fu la fine. In una 
terra … dimenticata, lasciò tantissima 
ricchezza e la sua vita. 
GELA 16-08-2019 GAETANO LENTINI
Poesia scritta il 29/07/2022 - 13:25Voto:  |  su 1 votanti  | 
	
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