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Cercastelle

Lo hai mai visto
mentre camminava
come ondulavano le stelle?
Strette strette
mute in un dolore
come avessero notato in lui quella piega del collo
che si inarca verso terra
e rannicchia a sè le spalle.
Io lo vidi che baciava
dando un pò di smalto
al vento, i fiori che con grazia aveva colto.
Lo cercavo da tempo
su questa terra muta
che però, sempre si tramuta.
Forse ero io, che mi cercavo
e l'ho visto come fossi
dentro ad uno specchio.
Tremule stelle
mi piansero addosso.
Io e lui in un riflesso.



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Poesia scritta il 21/10/2023 - 07:37
Da Anna Cenni
Letta n.372 volte.
Voto:
su 6 votanti


Commenti


Un grazie di cuore a Francesco e Giuseppe, è sempre molto bello leggere i vostri commenti, precisi e benevoli. Una buona domenica a voi!!

Anna Cenni 22/10/2023 - 11:52

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Anna sei bravissima, porgi sempre un velo di mistero nelle tue poesie, sai renderle molto attrattive e significative. Cari saluti. Buona domenica!

mare blu 22/10/2023 - 11:09

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Bellissima questa identificazione con un personaggio che esiste nella propria mente sotto l'attenzione delle stella che vogliono capire di più.....Poe di grande pregio artistico, ciao

Francesco Scolaro 22/10/2023 - 09:53

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Grazie davvero tanto, Mary!

Anna Cenni 21/10/2023 - 22:22

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Le stelle simili ad uno specchio riflesso, bella e particolare, un abbraccio

Mary L 21/10/2023 - 22:01

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Una frase stupenda. Grazie di cuore MariaLuisa!

Anna Cenni 21/10/2023 - 14:58

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"Guarda le stelle. Osserva la loro bellezza. E in quella bellezza, vedi te stesso."
(Draya Mooney)

Maria Luisa Bandiera 21/10/2023 - 14:53

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Questa me la salvo, troppo bella, il sardo è una lingua così armoniosa!! Mi hai fatto un gran regalo carissimo zioFrank! Grazie dal profondo!!

Anna Cenni 21/10/2023 - 14:32

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La tua poesia tradotta in sardo campidanese.

Cercastelle

L’as bìstiu mai mentre caminaiat
comente ondulaiant is isteddus?
Strintus strintus mudos
in unu dolore comente ant notau
in issu sa pìega de su collu
chi si curvat a terra e arruncata
a sè is ispallas.
Ddoi l’abbiu bìstu chi basciaiat
donendi unu pagu de smaltu
a su bentu, is froris
chi cun gràtzia abbiat cogiu.
Ddoi lu cheriai dae tempus
in custa terra muta chi però,
semper si tramutat
. Forsa fiai ddoi,
chi mi cheriai e l’abbiu
bìstu comente fessi in unu ispèculu.
Tremulus isteddus mi pianerant
in sos. Ddoi e issu in unu riflessu.


Zio Frank Storie del gufo 21/10/2023 - 14:27

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Grazie infinite, mi hai fatto un grandioso complimento Mino. Proprio bello.

Anna Cenni 21/10/2023 - 13:41

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Molto bella, con una delicata impronta onirica che, trasformata in pittura, ricorda Salvador Dalì. C'è sempre molta metafora nelle tue poesie, ma anche significato e vissuto. Ciao e brava!

Mino Colosio 21/10/2023 - 13:07

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Poggio la testa al vetro, ma quanto è bella questa immagine, messa poi in tale contesto!! Grandioso Mirko, grazie di cuore!

Anna Cenni 21/10/2023 - 11:41

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Lascio scorrere
sullo specchio
questo riflesso che crede
di non essere visto
e quando è sera,
poggio la testa al vetro,
e cerco quel riflesso
nel bicchiere vuoto
per potergli sorridere.
Complimenti

Mirko D. Mastro 21/10/2023 - 11:35

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