Gaio e spensierato
corre il mio fanciullo,
nell'età più bella
che resta nel profondo.
D' un tratto,
china indietro il capo
e si blocca;
come se il tempo
si fosse fermato.
corre il mio fanciullo,
nell'età più bella
che resta nel profondo.
D' un tratto,
china indietro il capo
e si blocca;
come se il tempo
si fosse fermato.
Tutto tace immobile
intorno a lui:
s'interrompe il volo
di quell'argentea farfalla
e il frinir dei grilli,
si spezza il cinguettio
della rondinella
posata su quel ramo di ciliegio,
si ovattano i rumori della strada,
il rimbombo dei clacson
e lo stridìo dei freni.
E s'arresta anche la pioggia,
a mezz'aria,
prima di toccare terra.
Si bloccano le lancette,
come scaricate
da questo sacro male.
Poi tutto torna
come s'era taciuto,
come se nulla fosse stato.
Ritorna a girare l'orologio
e mentre gli uccelli riprendono
il volo,
una frase è stata strappata
per sempre dal tuo libro,
e mai più tornerà.
Poesia scritta il 15/01/2024 - 13:41
Letta n.213 volte.
Voto: | su 3 votanti |
Commenti
Si comprende eccome,se l 'universo percettivo dell'attore si anima di concretezza, una composizione che mi emoziona perché da bambino ho vissuto la fermata delle lancette e poi il tic toc ha preso nuovamente a farsi sentire. Di gran pregio. Ammirato.
Francesco Rossi 15/01/2024 - 19:53
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Una lirica da comprendere tra i versi, piaciuta!
Maria Luisa Bandiera 15/01/2024 - 17:06
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