Nati d'aprile
Nati d’aprile
fratelli del glicine e del vento
con quei sorrisi dolcissimi
fioriture improvvise di parole sussurrate
folgori
temporali covati nei cumuli di cieli
limpidi
e poi ancora a spiovere, sorrisi
disorientanti
le bussole e il cuore
nelle costellazioni dei testardi
e nei gironi degli amanti
teneri e crudeli
fratelli del glicine e del vento
con quei sorrisi dolcissimi
fioriture improvvise di parole sussurrate
folgori
temporali covati nei cumuli di cieli
limpidi
e poi ancora a spiovere, sorrisi
disorientanti
le bussole e il cuore
nelle costellazioni dei testardi
e nei gironi degli amanti
teneri e crudeli
capitani coraggiosi
d’aliscafi quotidiani,
d’incontri assedi bollenti,
pervicacemente fedeli
pronti a dimezzarsi l’età
o ad aumentarla per saggezza
per seduzione per vanità
per stranezza
comunque pronti
a scontare gli istinti passionali
mettendo le mani in nidi di vespe,
a rapirmi, Galatea,
da valve di gelati
e scorza dura
la loro, la mia
se non li avessi già così
li inventerei,
così sensuali
da accendere i muri e i prati
di colori purpurei e i laghi di frangenti
centrifughi, quasi fluviali
nei discorsi e nell’amore
mai e poi mai uguali
se non li avessi li inventerei
tali e quali,
nati d’aprile, gli uomini miei.
Poesia scritta il 16/04/2024 - 18:46
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Commenti
Ho visto la Signora Aprile portare i narcisi,
portare l’erba tenera
e la dolce tiepida pioggia di aprile.
(John Masefield)
portare l’erba tenera
e la dolce tiepida pioggia di aprile.
(John Masefield)
Francesco Cau 17/04/2024 - 08:02
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