RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
TOMTOM (...svegliati in fretta, indossa i pantaloni,
corri nella grande stalla e fa il tuo dovere...) (antica nenia lomellina)
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Tuffo sugli scogli Era già buio. Ero steso a guardare il soffitto da un paio di minuti, o di ore, o magari di giorni. Non fa più differenza quando soffri di insonnia. Finisci a vivere in una casa diroccata abitata da necrofili spacciatori e consumatori di anfetamine e la tua vita fa schifo. Puoi solo vomitare e singhiozzare e tagliarti e basta. Avevo un lavoro, ma quel figlio di puttana del mio superiore doveva “ridurre le spese dell’azienda”. Mi scopo tua moglie, signor capo di sto cazzo. Dov’eravamo? Ah si. L’insonnia sommata alla dipendenza da droghe e alcool unita a un pizzico di sifilide. Le puttane. Sempre loro. Anche mia moglie lo era ma almeno non aveva la sifilide. Dove mi trovo? I tossici di sopra stanno chiavando allegramente, magari tra uomini, magari con bambini. La vita è tutto uno sguazzare nel fango e incatramarsi sempre di più, finche qualcuno non ti taglia le palle e te le fa ingoiare. Avevo un bambino. Non mi vuole più vedere. Afferro qualche strano oggetto vicino a me. È di vetro. È r... (continua)
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Tutto finito Sono fermo per strada,comincio a tremare, l'ansia e il dolore, percorrono ogni singolo nervo del mio corpo.
Gli uomini mi fotografano, le donne allontanano i bambini. E non ricordo, perché io mi sia buttato in mezzo alla strada. La macchina scappa, e che importanza ha? Oramai è tutto finito. L'anima lascia il mio corpo. E non dirò mai a nessuno, cosa c'è dopo la morte. Lascerò tutti di fronte a l'unico, vero, demone. La paura di morire.... (continua) ![]() ![]() ![]()
UNA GITA INDIMENTICABILE Elena si asciugò la visiera del casco e sbuffò: “Era meglio se ci fermavamo a Taggia e aspettavamo che finisse di piovere!”.
Da più di un’ora guidavo cercando di tenere dritta la moto su quella strada stretta, trasformata in un torrente, tra curve, deviazioni e grumi di case dai nomi più strani, ombrosi e chiusi come pensavo fosse il carattere delle persone che ci vivevano. Doveva essere una gita indimenticabile: dalla città caotica, calda ed opprimente, alla lussureggiante e fresca Riviera, passando per il misterioso entroterra e gli antichi borghi delle streghe, yeah! Un perfetto weekend andato a puttane, casomai. A parte un breve sprazzo di sole sull’Aurelia, non aveva fatto altro che piovere. Tempo di merda... “Giusto!”, osservai, “Peccato che eravamo già fradici e dovevamo per forza arrivare a Valfronda entro sera, visto che avevamo già prenotato!”. Elena incassò e non disse più nulla. Di tanto in tanto controllava se il cellulare prendeva, in mezzo a quel bosco fitto di c... (continua) ![]() ![]() ![]()
Una nuova giornata - Giova, non hai dello sciampo?
La voce veniva dal bagno. Suonava identica alla sua, tutte le volte che la udiva registrata. - È sulla mensola, sopra la lavatrice – rispose Giovanni. Dopo mezzo minuto: - Ma è solo un residuo. Come pensi che possa lavarmi tutta questa… Non l’aveva ancora visto con i suoi occhi. Si chiese se doveva considerare ovvio e naturale quel trovarsi là. Si era accorto della sua presenza dopo che era suonata la sveglia. Lo aveva sentito trafficare in cucina, producendo un meraviglioso aroma di caffè. Era corso di là per vederlo, ma quello non c’era più. Subito dopo lo aveva avvertito in salotto, mentre lui sorseggiava pensieroso il suo caffè con un biscotto. Poi gli era sembrato che fosse in camera a rovistare nei cassetti. Ed ora era là, chiuso in bagno, a farsi una doccia. Giovanni Dabbene, scapolo trentacinquenne, viveva solo (lui diceva da single) in un appartamento al terzo piano e faceva il contabile. Si considerava... (continua) ![]() ![]() ![]()
Zombie Orde di famelici e rapidi zombie spuntano da ogni dove. Le armi e le trappole riescono a malapena a contenerli. La devastazione regna sovrana.
«Li mortacci loro e di chi nun li ammazza!» diceva spesso Walter, fino a quando non è diventato un non morto. Quello che è rimasto di quel caro amico romano è una poltiglia sull'erba. Sapendo di non avere scampo si era fatto esplodere con una granata. In serata ho trovato riparo all'interno di un faro disabitato, sbarrando l'accesso nel migliore dei modi e con la speranza che i militari possano ripulire l'area esterna al più presto. Da quassù, tramite una potente torcia elettrica, osservo per la centinaia di cadaveri ambulanti che, con quei gemiti lamentosi e versi gutturali, rappresentano la fonte dei miei incubi intrisi di orrore e paranoia. Durante le terrificanti visioni oniriche, di tanto in tanto mi appare il corpo crivellato di pallottole e il viso insanguinato di Gaia, la mia fidanzata. Non è stato facile premere il grilletto. Dop... (continua) ![]() ![]() ![]()
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