RACCONTI |
In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento. |
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Lista Racconti |
Fra sogni e realtà Dal momento in cui riesco a ricordare, la vita, dal mio punto di vista di bambino non era male, vivevo e questo era più che sufficiente, almeno credevo io.
Mi piaceva vedere il sole ogni mattina, l’asfalto nero e bollente riscaldava i miei piedi nudi di adolescente, la solitudine era la mia amica, quella con cui parlavo maggiormente, anzi non parlavo mi capiva senza dire niente. Avevo tanti giochi che mi offriva ogni giorno la natura, hai mai provato a ruzzolarti sull’erba di un prato e sentire il profumo anche dell’ultimo filo d’erba nato??, abbracciare il vento che sussurra attorno e con le mani larghe stringerlo forte finché svanisce, guardare un fiore mentre nasce, salire su un albero piano piano e lasciarsi dondolare appeso ad un ramo. Poi stanco riposavo su quel manto tutto verde ben nascosto dalle piante, con gli occhi stretti e chiusi respiravo la natura, mentre il canto degli uccelli mi portava via di lì, in quei sogni più belli che si trovano nei film. Le ore e il tempo ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Opera non ancora approvata!
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Opera non ancora approvata!
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Francesco Forgione Da umile terra,di piccola casa
Di gente che la campagna piega,e nella membra han la polvere Di zolle in pietra, per il borgo ove nacque ,non conobbe l ‘argento,ma lo spirito d’Estia. Va il pargoletto tra viti e fossi,a scroprir la sua meta, sa che è servo della grande miseria. Tu uomo dalle carni lacerate,dalla fronte bassa E calzari ,fai del tuo corpo la copia del grande Agnello che in noi ,per noi si immola. Piagato,piangente,devoto e pur irriverente Questo visse ,onde far novello patto sulla croce. Ne porti il segno nelle pietose mani Nelle bende di sangue matide,nel costato dilaniato. Ubbidiente il bon frate, alla voce del Padre Di ricordar quanto dolore nei calici si versa Per noia e falsa fede. Fulminato dalla volonta del primo sole Mosse i pie ,ma ,fai ammenda non son tutti Dei suoi disii riverenti,ma fieri! Miglior pianta del suo giardino Percosso dal mal ,dal dolor inardito, radice d’amor in te si infonde rifletti ,la luce ,il biancor delle sacre ... (continua) ![]() ![]() ![]()
Frutta di Martorana e ossa dei morti Dalle mie parti, durante il periodo che ruota attorno alla Festa di Ognissanti e la Festa dei Morti, nelle pasticcerie, nei panifici e nei bar è onnipresente la frutta di Martorana. (frutta marturana in siciliano) Si tratta di riproduzioni reali di frutti realizzati con pasta di mandorle e dipinti con del colorante alimentare.
Ci sono poi, degne si nota, le ossa dei morti, (ossa i mortu) biscotti dalla doppia consistenza che vengono preparati con zucchero, farina, albume e chiodi di garofano. Ricordo che io e mia sorella Cettina, di otto e di sei anni, non avevamo mai mangiano né gli uni né gli altri, difatti in diverse occasioni, schiacciavamo le facce sbavanti contro la vetrina di una rinomata dolceria. Finché un pomeriggio d'ottobre i nostri genitori ci promisero di acquistare un cabaret misto, a patto di pazientare fino al 2 novembre. Dal momento che per la Festa dei Morti fummo invitati a pranzo dai nonni paterni, ci presentammo a casa loro con una guantera da un chilo la qual... (continua) ![]() ![]() ![]()
Fuoco di paglia Lo so, con un gesto non puoi cancellare la memoria, distruggendo fotografie non distruggi i ricordi; ma quando pensi di averle eliminate tutte ormai da tempo immemore, quando credi che lì, nell'intimità della tua stanza, nell'intimità dei tuoi cassetti, non vi sia più nulla di sporco, nessuna faccia da cui possa colare fetida saliva ad avvelenarti il presente, nessun volto con stampato un sorriso beota intriso di letame, nemmeno il tuo quando non eri ancora tu, o eri un altro te pur essendo già allora sempre e nient'altro che te stesso o cercando di esserlo, il tuo volto che abbozza un timido sorriso di fronte a un fotografo per il quale lì tutti erano uguali, perché lui metteva a fuoco noi, mentre io avrei messo volentieri a fuoco tutti loro, bruciando i loro sguardi denigratori. E questo un giorno ho fatto con le loro versioni stampate, così come mille volte li ho uccisi con la penna e la fantasia; e credevo di aver ucciso tutti i vari volti che mi hanno accompagnato per anni,ma cosa... (continua)
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Gabbie GABBIE
La favola di Pinocchio mi aveva colpito. Da bambino mi sentivo uguale a Pinocchio. Insofferente alle regole, spavaldo, sventato. E ingenuo. ![]() ![]() ![]()
Galline, quattro stagioni “Pio, pio...”
Entravi in casa ed un giorno sentivi che erano arrivati. Le galline comparivano da nonno sotto forma di pulcini dorati che durante l'inverno abitavano in casa, in uno scatolone. In primavera, sbozzolati e rimasti solitamente in non più di quattro, venivano alloggiati in un gabbiotto esterno per acclimatarsi. Ormai erano ingombranti in casa e non potevano più stare nell'angusto scatolone di cartone. ![]() ![]() ![]()
Gemma Paziente:- GEMMA! GEMMA! GEMMA! VIENI! GEMMA!
Io: -Signora, cosa c'é? É tutto il giorno che continua ad urlare "Gemma"! Chi dovrebbe essere? Qui in reparto non c'é nessuno con quel nome-. Paziente: -Ah non lo so,mica la conosco.- Io: -E allora perchè continua a chiamarla, qui nessuno si chiama Gemma, non esiste e non verrà mai. Per cui perchè continua ad urlare il suo nome? La smetta, la sua compagna di stanza vorrebbe riposare.- Paziente: -Cosa dovrei fare? Gemma é tutto quello che so. Quindi la continuo a chiamare e spero che mi senta.- Io: -Ok.- Quella risposta mi zittì, aveva ragione. Logico. Rimasi colpito, non avrebbe mai visto Gemma, ma ostinatamente la cercava. Il suo appello era destinato a riecheggiare eternamente inascoltato tra i lunghi e trafficati corridoi della clinica. Un po' triste pensai. Ma un pensiero sottile continuava a ronzarmi in testa: dopotutto al mondo esistono ancora dei sognatori. La giornata prese una bella piega. Per un momento av... (continua) ![]() ![]() ![]()
Gilda Mia mamma non aveva latte e quello della nostra mucca non era sicuro. Fortunatamente vicino a noi viveva una famiglia in cui era nata una bimba e la mamma aveva latte per tutti e due. Si chiamava Gilda, aveva appena ventidue anni, e mi allattò per un anno.
Mia mamma e Gilda divennero molto amiche e io crebbi con queste due donne che mi coccolavano. Gilda era mora, bella e procace e aveva capelli lisci e luminosi. Crescendo mi ero un po’ innamorato di lei ed ero felice quando la vedevo. Un giorno, avevo tredici anni, venne a portarci delle mele. Mia mamma andò a dare da mangiare agli animali e io rimasi con lei. Non so cosa mi prese, ma a un certo punto le dissi: «Gilda, mi fai vedere il seno?» Lei sorrise poi divenne seria, ma si sbottonò la camicetta e rimase così per qualche secondo. Poi si riabbottonò, aveva gli occhi umidi. Mi passò una mano nei capelli e se ne andò. Gilda non entrò mai più in casa mia. Sessant’anni dopo, sono con mio figlio per funghi. In un sentiero inc... (continua) ![]() ![]() ![]()
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