RACCONTI

     
 

In questa sezione potete consultare tutte le poesie pubblicate per argomento. In ogni caso se preferite è possibile visualizzare la lista delle poesie anche secondo scelte diverse, come per ordine di mese, per argomento , per autore o per gradimento.

Buona lettura

 
     



Lista Racconti

     
 




Opera non ancora approvata!

01/01/1970 - 01:00
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Io sto bene così.


ogni tanto ti penso, lo ammetto, se pur raramente. Quando ti incontro per strada che tu sia con la tua nuova ragazza o da solo, non mi fa alcun effetto. Ogni tanto ti penso, lo ammetto. Ma non mi ritrovo sulle nuvole fantasticando su ciò che saremmo potuti essere, su ciò che siamo stati e su ciò che non saremo più ma è un pensiero leggero, come se pensassi alla lista della spesa, a ciò che dovrò fare durante la giornata. Un pensiero che non penso, un pensiero che non mi pesa, che non mi distrae dalle mille cose che avrei da fare. Un pensiero che non mi fa sorridere nè piangere. Passivo. Ogni tanto ti penso, lo ammetto, e proprio questo mi fa capire che io non ti amo più. Se immagino me e te nello stesso letto, il letto di colpo diventa troppo stretto. Se immagino io e te a vivere nella stessa casa allora quest'ultima comincia ad essere troppo piccola. Non ti vedo più come l'unico uomo perfetto per me, anzi, spesso mi domando cosa mi spingeva a pensare che tu lo potessi essere. Non abb... (continua)

Francesca Scarfò 30/08/2017 - 02:25
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IO, IRMA E L\\\'ALTRA


“ Che c’ha Paolo?”
“ Boh, sembra l’abbiano bastonato.”

Eravamo alla terza delle quattro ore concesse per il compito in classe di italiano, in quella piccola aula, a dire la verità il camerino dell’aula magna, uno spazio alquanto piccolo ma sufficiente per noi quindici alunni della quarta B, relegato lontano da tutto e da tutti nell’istituto tecnico commerciale, e che tornava molto utile per disperdere nei corridoi vuoti le nostre risate e le nostre urla.
Finito il compito indagammo sui motivi del malumore di Paolo che era rimasto con lo sguardo fisso sul foglio e che alla fine aveva consegnato in bianco.
Scoprimmo che a causa di una malattia il veterinario aveva dovuto sopprimere il suo amatissimo cane.

Confesso, l’avevamo deriso, considerando la sua sensibilità ed il suo dolore stupide debolezze, ma da lì eravamo partiti nel raccontare dei nost... (continua)


Millina Spina 10/01/2019 - 17:56
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Ipnosi


sento il fischiettio del treno, mi avvicino al binario, salgo le scale e trovo un posto nella carrozza più calda. ancora assonnata e pensierosa osservo le persone che viaggiano con me e immagino la loro vita: quella ragazza seduta due posti più in là ha gli auricolari alle orecchie ed ascolta musica a volume alto, quasi volesse coprire il suono dei suoi pensieri mentre guarda gli alberi scorrere fuori dal finestrino. Sul sedile affianco c'è uno zaino, starà andando a scuola, o forse ne è appena scappata.
a metà viaggio si siede vicino a me una signora: "posso?" mi chiede sorridendo. ho sempre apprezzato questa domanda di cortesia, nonostante non sia dovuta, è un po' come chiedere "posso condividere con te questo viaggio?". Rispondo annuendo e accennando un sorriso.
Ha un bell'aspetto, una di quelle signore che nonostante l'età ama truccarsi e tenersi in forma, in pace con sè stessa. Una volta seduta anche lei comincia a guardare fuori dal finestrino, come se qu... (continua)

Sophia I 17/02/2020 - 20:15
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Isola indòmita


Ho carezzato i tuoi solchi anneriti,
posando le mie mani lievi, per non farti troppo male, lì, dove la ferita sanguina ancora.
Ho sentito il tuo cuore gemere e il tuo grido silenzioso attraversare confini e mare...
per arrivare e scuotere milioni di anime.
Terra bruciata,derisa e calpestata
da chi non sa amarti, perché il suo piccolo sé, è devastato da orchi primordiali e non capisce il valore del tuo pianto.

La rugiada stamattina ha bagnato
il tuo ventre per farti assaporare piccole gocce d'amore, da chi ti ama senza remore.
Essenza celeste come il mare che circonda le tue sponde.
Essenza verde, splendore nel tuo interno, dove pulsa il cuore e batte il vento.
Essenza profonda, senza colore,
per arrivare in fondo al cuore,
che scalpita feroce come un puledro,
per tornare ad essere libera come il vento.
La brezza carezza le tue sponde,
le tue montagne e le tue fronde.
Vento forte che spazza via il nero della sconfitta, per far germogliare
il nettare del tuo ... (continua)


Margherita Pisano 28/07/2022 - 22:26
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Ivan Graziani,un po’di pietà per il tuo chitarrista


Opera non ancora approvata!

stefano medel 27/09/2016 - 20:31
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Jack


Il suo nome era (ed è tuttora! ) Filippo, per gli amici, Jack. E, dai tempi della scuola, fin da bambino, tutti lo chiamavano in diversi modi: Fil, Pippo, Pipino e anche Filippino. Sapevamo bene che odiava i soprannomi e i diminutivi. Ma a noi che...
Quella mattina, durante la lezione di matematica,
il professore chiamò proprio lui alla lavagna, Filippo.
"Signor Rossi, ci disegni un triangolo rettangolo.
Filippo, il signor Rossi, disegnò la figura e rimase immobile a guardare la sua opera.
Dopo qualche secondo il professore, come suo solito, tuonò:
"Dia un nome a quel triangolo!
Bastava mettere ABC sui tre vertici e Filippo, lo sapeva bene.
Ma lui no! Quella mattina no!
Disegnò una nuvoletta sopra il vertice superiore, come quelle dei fumetti e scrisse dentro:
"Il mio nome è Jack.
Poi si voltò verso il professore, mostrando tutta la sua soddisfazione.
Venne richiamato dal Direttore d'Istituto
ed ebbe qualche nota di demerito.
Da quel giorno lo chiamiamo Jac... (continua)

Loris Marcato 17/01/2023 - 15:41
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Judoka


Judo
Nel 1970 ero convinto di essere abbastanza forte, finché un giorno di dicembre mia madre mi affidò un compito importante per la famiglia. Dovevo accompagnare mia sorellina Gianna Agostina in una palestra di judo di fronte a casa, essendo lei l’unica donna nella palestra. Per farla sentire più tranquilla, mi toccava stare lì seduto a guardare per due ore ogni lunedì, mercoledì e venerdì. Non è che la cosa mi dispiacesse, anzi mi iniziava ad incuriosire vedere i ragazzi in allenamento. Era veramente interessante come spiegava il maestro: il judo è difesa nella cedevolezza e allenamento in destrezza. Dopo un mese, chiesi al maestro, cintura marrone P. Reccia, se potevo anch’io iscrivermi. Non disse di no, anzi era contento che la sua piccola palestra crescesse di elementi.

Judo 2 Così iniziai gli allenamenti, imparando le prime tecniche, ma soprattutto sciogliendo i muscoli con la ginnastica e altri esercizi. Certo ero cintura bianca anche dopo un anno, ma in realtà non mi impor... (continua)


Francesco Cau 24/09/2023 - 16:11
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KOCIS


Kocis. Per noi ragazzini del quartiere questo era il nome di Mario “el barbè”.
Mi portava mio padre “Tra quanto passo a ritirarlo?” Quel “ritirarlo” ero io, quasi come un pacco e come tale venivo trattato. “Siediti lì ! No ! Non sulla poltrona, sullo sgabello, prenditi Tex o Topolino e fai il bravo!” mi diceva Mario con sussiego assicurandosi che mio padre, conosciuto da tutti come “el prestinè” lo sentisse.
Dal mio sgabello puntavo la poltrona girevole bianca e nera dove si accomodavano gli uomini per essere sbarbati o per il taglio dei capelli. Quella poltrona mi piaceva perché era come una giostrina sulla quale contavo che se avessi seguito tutti i comandi di Mario, poi, mi avrebbe fatto fare due o tre giri.
Sul tavolino c’erano sempre La Gazzetta, Il Giorno e La Notte quasi a significare che lì dentro c’era tutto quello che dovevi sapere. A volte però qualche uomo bisbigliava all’orecchio di Mario che, interrompendo per un attimo il suo lavoro, scostava una pesante tenda di v... (continua)

Roberto Colombo 12/04/2017 - 19:18
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L ' ultima Thule


Infiniti ritorni
La mattina del 14 luglio, dopo venti anni, sono tornato a Renaio invitato dalla comunità valdese che festeggiava la memoria dei luoghi e delle sue genti. Dopo un viaggio passato velocemente, la tappa di avvicinamento d'obbligo a Barga, da sempre sosta destinata, quando arrivavamo negli anni settanta, a fare le ultime spese possibili, le ultime provviste prima di inoltrarci nel verde dei castagni e salire la solita strada erta e bianca come il sale.
La ragione però non era solo questa, e non lo è stata neanche stavolta. La ragione era la concentrazione per prepararsi ad entrare nella porta del tempo, per affrontare il mare dei castagni ed immergersi nella atmosfera di montagna. Ho fatto un giro per Barga, prima la parte vecchia fino al duomo, poi, oltre il ponte, dopo uno sguardo al parco Kennedy, la parte nuova, i locali della vecchia edicola dove mi facevo mettere da parte i giornali dei giorni che seguivano alle partite amichevoli di agosto della Juve, il vecchio n... (continua)

Glauco Ballantini 10/08/2018 - 20:18
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