Ricordo quelle giornate tra i banchi
e l 'odor dei libri
Era il tempo piu leggero ,
dolce da viver che a ramnentar il cor si stringe.
Gli affanni giovanil lontani rivivo ,se a lor
mi tendo
L 'inverno crudo ,ostile rendea piu aspri i di,'
quando la piova cadeva senza freno
sulle serrate finestre.
Vedevo le case d' intorno tra la fumosa nebbia.
Il trillo dlla campana distoglueva il peso
delle severe ore quando d' antiche glorie,
e lingua morta ci prendea forte.
Eravan fanciulli alla prima eta'
non sapendo quel che la vita dispiega
Chiuso nel severo studio d'omero,
sento il crepitio del mio camino ,
quel profumo di legna ancor mi.intenerisce,
quanti giorni penai sulle ardue scritture!
Tanto sembrava ripido quel cammin
che ora arrido alla lasciata gioia
Se io avessi il filo del tempo ben ricucirei quegli anni ,
a ricondurre me studente monello.
Le vuote stanze
son pregne della nostra voce
dei sogni fuori dal sicuro muro,
Hai visto dolce albergo,
la nostra prima vita
Era maggio al sol rinverdiva l 'erba
la luce adamantina
brillava nella stanza.
Miravo.i campi ,
Il vociar della gente ,
divagavo dalla lezione.
Volevo volar fuori
come le prime farfalle
vagabonde.
V' eran i miei affetti,
gli anni piu leggeri.
Entro sentivo l' ardor giovanile,
or dunque tutto tace?
Non s 'ode piu la nostra voce,
non libera piu quel trillo.
Assiso nei miei ricordi,
mi volto e rifiorisco.
Corrado cioci
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