Diversa
Sorrise. Per un minuto la curva delle guance sembrava toccare gli zigomi, poi quel solco sparì. Tutto tornò come prima. Dentro di sè vivevano tanti di quei ricordi, di quelle cicatrici che camuffarle in quella maniera, con quel movimento del viso ed una foto scattata al momento giusto, era il modo migliore di evadere. Gli occhi non si vedevano, nelle immagini: le iridi, specchio dell'anima, non potevano essere ritratte. Avrebbero mostrato il suo reale stato d'animo, e lei questo non lo voleva. Desiderava essere sempre forte, mai fragile, anche se una linea forzata le spaccava il volto.
Sorrise. Per un minuto la curva delle guance sembrava toccare gli zigomi, poi quel solco sparì. Tutto tornò come prima. Il fumo della sigaretta negli occhi, il fondo della birra tenuto in attesa dell'ultimo sorso, aspetti superflui, come il parlare, a volte, che l'avevano portata a chiudersi in quel gesto, quell'inarcare le labbra. Come un fulmine, in seguito, la serenità: il sorriso era tornato, ma questa volta non erano foto, non era finzione, non era il rossetto. Era la sicurezza a renderlo vero.
Sorrise. Per un minuto la curva delle guance sembrava toccare gli zigomi. Quei 60 secondi vennero rotti, il minuto passò. Il solco toccava ancora il suo viso. Tutto era come prima ma lei era diversa.
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