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Conversazione

CONVERSAZIONE



- Il fatto è che sono preoccupata per un eventuale atterraggio, sulla mia superficie, da parte di quegli odiosi, invadenti e superbi figli della Terra.
- Non angustiarti, Venere – la rassicurò Mercurio con voce calda. – Sono sicuro che le vuote presunzioni di quei piccoli bipedi non si realizzeranno mai. Sono figli della Terra, in definitiva. Cosa mai può venire da un pianeta comodo e rammollito come quello?
- Non essere troppo ottimista; non dimenticare che hanno già messo piede sulla Luna.
- Questo è vero – ammise Mercurio. – Un conto è però raggiungere la Luna e un altro è scendere sulla tua superficie, sulla mia o addirittura su quella del nostro caro Giove. Penso che la Luna sia il limite massimo della loro possibile espansione… Dopotutto è un semplice satellite della Terra, non ti pare?
- Sono d’accordo con te – fece Venere, dopo quaranta dei suoi giorni di riflessione. Ma non mi fiderei troppo.
Calò un breve silenzio di sette anni, mentre i due corpi celesti continuavano placidi l’abituale corsa lungo le loro orbite millenarie.
Fu Venere a rompere l’attesa. Si rivolse nuovamente a Mercurio:
- Da qualche tempo sento un forte desiderio di parlare con la Terra.
- Sprecheresti il tuo fiato, mia cara – commentò asciutto il veloce Mercurio. – Da quando la Nube d’Oro ha depositato su di essa il seme dell’uomo, ha rotto definitivamente con tutti i suoi simili. Forse si sente una specie di privilegiata.
- Dunque, ama così tanto quei mostriciattoli a due gambe da dare a loro tutta la sua attenzione e le sue cure?
Mercurio fece quattro giri intorno al sole, prima di rispondere. – Non lo so con precisione. Penso che non li ami veramente. Forse si è assunta una specie di impegno… nei confronti della Nube d’Oro.
- Spero che tu abbia ragione – disse Venere con voce stanca. E si esibì in un poderoso sbadiglio. – Ora vorrei schiacciare un pisolino.
- Certo, cara. Penso che anche agli altri pianeti vada a genio un po’ di riposo. Buona notte!
- Buona notte! – sussurrò Venere, raccogliendosi nel suo pallido candore.
Allora Mercurio, silenziosamente, premette l’interruttore… e il Sole si spense.




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Racconto scritto il 29/08/2015 - 11:27
Da Giuseppe Novellino
Letta n.1315 volte.
Voto:
su 17 votanti


Commenti


Grazie per i vostri commenti!

Giuseppe Novellino 12/09/2015 - 12:19

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Molto piaciuto davvero, complimenti Giuseppe. Un caro saluto

MARIA ANGELA CAROSIA 11/09/2015 - 18:32

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Un racconto che mi ha fatto sorridere; molto interessante quel dialogo tra Mercurio e Venere circa la possibilità di un'eventuale "invasione" da parte di "alieni" terrestri. La possibilità che quegli strani bipedi possa disturbare la loro quiete forse è remota... forse allora meglio premere l'interruttore e spegnere, temporaneamente il Sole. Pubblicazione letta con piacere. Complimenti!

Arcangelo Galante 29/08/2015 - 18:51

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