Tendo la mano con la delicatezza impostami dalla fragilità della boccia. I bagliori dorati su decorazioni rosse li voglio mettere proprio su quel ramo sparuto e poco incline a trattenere aghi odorosi di resina. Allungo il braccio e afferro il gancio ricurvo per assicurarmi che niente frani sul pavimento che seppure di legno vincerebbe la sottigliezza del materiale natalizio.
Un sorriso incontra il mio sguardo e mi vedo riflessa sull’elegante rotondità. Subito i tratti trascolorano e impressa sullo sfondo si rivela una sequenza di scene che nulla hanno da spartire con le festività imminenti. Metto a fuoco quella visione che per ripicca rimane sfocata, ma comprensibile. Vedo le lacrime versate in questo anno, vedo le angosce patite di fronte ai problemi che dal quotidiano hanno debordato sia nella sfera personale che professionale. Vedo i sussulti e i tentennamenti per scelte mai effettuate e tuttora sofferte. Scorgo i rimpianti per non aver gioito delle piccole cose e i rimorsi per parole usate prima di averle ponderate. Mi arriva come una frustrata l’inutilità di un anno vissuto senza attuare il progetto della mia Anima.
Un rumore alle mie spalle ed entra mia figlia, felice e sorridente con libri e quaderni. Mi lancia un abbraccio virtuale e scappa in camera sua a studiare e a lamentarsi sul diario delle ingiustizie subite in questo periodo adolescenziale.
Ritorno alla mia decorazione natalizia: non mostra più le disavventure esistenziali di questo 2015, ma la bellezza e la raffinatezza di un decoro che seppure in solitudine dona luce all’intera stanza. Forse è la felicità di sapere che fra poco non sarà solo, che la sua vita appeso a quell’albero si potrà trasformare mano a mano che aprirò le scatole e toglierò carta velina e di giornale.
Allora mi lascio cullare dalla speranza verso un futuro che si può modificare mentre decido di afferrare il sorriso di mia figlia e il bagliore del Natale.
Un sorriso incontra il mio sguardo e mi vedo riflessa sull’elegante rotondità. Subito i tratti trascolorano e impressa sullo sfondo si rivela una sequenza di scene che nulla hanno da spartire con le festività imminenti. Metto a fuoco quella visione che per ripicca rimane sfocata, ma comprensibile. Vedo le lacrime versate in questo anno, vedo le angosce patite di fronte ai problemi che dal quotidiano hanno debordato sia nella sfera personale che professionale. Vedo i sussulti e i tentennamenti per scelte mai effettuate e tuttora sofferte. Scorgo i rimpianti per non aver gioito delle piccole cose e i rimorsi per parole usate prima di averle ponderate. Mi arriva come una frustrata l’inutilità di un anno vissuto senza attuare il progetto della mia Anima.
Un rumore alle mie spalle ed entra mia figlia, felice e sorridente con libri e quaderni. Mi lancia un abbraccio virtuale e scappa in camera sua a studiare e a lamentarsi sul diario delle ingiustizie subite in questo periodo adolescenziale.
Ritorno alla mia decorazione natalizia: non mostra più le disavventure esistenziali di questo 2015, ma la bellezza e la raffinatezza di un decoro che seppure in solitudine dona luce all’intera stanza. Forse è la felicità di sapere che fra poco non sarà solo, che la sua vita appeso a quell’albero si potrà trasformare mano a mano che aprirò le scatole e toglierò carta velina e di giornale.
Allora mi lascio cullare dalla speranza verso un futuro che si può modificare mentre decido di afferrare il sorriso di mia figlia e il bagliore del Natale.
Racconto scritto il 13/12/2015 - 15:26
Da Magia 66
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Commenti
Ho letto con ritardo queste tue riflessioni da cui scaturisce questa mia: spesso gli scritti migliori non vengono debitamente commentati e messi in luce.Complimenti e 5***** non potendone dare di più.Buona serata.
Rosa Chiarini 03/01/2016 - 18:07
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Molto delicata e ben scritta.Profonda introspezione che si esprime attraverso atmosfere oniriche.
Mi è piaciuta molto
Condivido la particolare scelta stilistica.
Complimenti
Con simpatia
Mi è piaciuta molto
Condivido la particolare scelta stilistica.
Complimenti
Con simpatia
Nadia
Nadia Sonzini 13/12/2015 - 17:41
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