La bellezza di un sogno sta nel farti sentire bene, toccare con mano i desideri che sono impossibili nella realtà. Un sogno non conosce la parola distanza, confine, razze, malattie, infermità… specialmente se è un cieco a sognare.
Nella vita reale lui non conosce i colori come madre natura ci delizia, ma può sognare… immaginare di stare seduto in riva al mare, e attendere l’alba… emozionarsi mentre sulla faccia sente la carezza di un raggio di sole… come un ragazzino allunga la mano, al cielo e stringe i pugni … le sensazioni di benessere che invade la sua anima: fa piegare le ginocchia, è tutt’uno lui è l’aria. Ascolta lo sciabordio della marea in un accordo armonioso, mentre continua a immaginare di vedere la bellezza del giorno. Tra le dita la sabbia, che scivola lentamente, è le lacrime che segna la realtà. Viene spontanea la domanda: potrò un giorno vedere un arcobaleno che appare in un intreccio di colori tra vento sole e pioggia? Queste emozioni… li vive immaginando, come lui: quante persone che sono affette da gravi malattie, infermità, vorrebbero deliziare, le stesse emozioni!
I sogni, per alcuni si concretizzano, mentre per altri incolpano Dio per tutte le sofferenze, come se fosse un Dio parziale.
Il problema sta nella nostra avidità, nel voler tutto e subito, incuranti delle conseguenze, dei danni… che si infligge alla natura e a noi stessi. Il sogno del cieco è un invito alla riflessione, a non prendere la vita come se fosse scontata… tutto quello che la natura ci dona, dovremmo tenerne conto… i ciechi ringraziano comunque Dio, ciò nonostante.
Per capire il punto, dovremmo chiudere gli occhi, non per un hora, o due… ma fin quando si resiste…pensate che riusciremo dopo a capire, chi non è fortunato come noi… è apprezzare, considerare il rispetto per tutto quello che ci circonda? Penso che se ci lasciamo guidare dall’umiltà: avremmo capito un principio essenziale della vita… il rispetto è l’amore.
Nella vita reale lui non conosce i colori come madre natura ci delizia, ma può sognare… immaginare di stare seduto in riva al mare, e attendere l’alba… emozionarsi mentre sulla faccia sente la carezza di un raggio di sole… come un ragazzino allunga la mano, al cielo e stringe i pugni … le sensazioni di benessere che invade la sua anima: fa piegare le ginocchia, è tutt’uno lui è l’aria. Ascolta lo sciabordio della marea in un accordo armonioso, mentre continua a immaginare di vedere la bellezza del giorno. Tra le dita la sabbia, che scivola lentamente, è le lacrime che segna la realtà. Viene spontanea la domanda: potrò un giorno vedere un arcobaleno che appare in un intreccio di colori tra vento sole e pioggia? Queste emozioni… li vive immaginando, come lui: quante persone che sono affette da gravi malattie, infermità, vorrebbero deliziare, le stesse emozioni!
I sogni, per alcuni si concretizzano, mentre per altri incolpano Dio per tutte le sofferenze, come se fosse un Dio parziale.
Il problema sta nella nostra avidità, nel voler tutto e subito, incuranti delle conseguenze, dei danni… che si infligge alla natura e a noi stessi. Il sogno del cieco è un invito alla riflessione, a non prendere la vita come se fosse scontata… tutto quello che la natura ci dona, dovremmo tenerne conto… i ciechi ringraziano comunque Dio, ciò nonostante.
Per capire il punto, dovremmo chiudere gli occhi, non per un hora, o due… ma fin quando si resiste…pensate che riusciremo dopo a capire, chi non è fortunato come noi… è apprezzare, considerare il rispetto per tutto quello che ci circonda? Penso che se ci lasciamo guidare dall’umiltà: avremmo capito un principio essenziale della vita… il rispetto è l’amore.
Racconto scritto il 10/03/2016 - 12:48
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Voto: | su 4 votanti |
Commenti
Un invito a chiudere gli occhi e a riflettere. Fa bene di sicuro.. Bel racconto
Francesco Gentile 11/03/2016 - 13:59
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Il nostro dare tutto per scontato anestetizza i nostri sensi, assopisce le nostre coscienze e spegne le nostre ambizioni. Noi che ci reputano completi siamo in realtà monchi di quella caratteristica, così preziosa, privilegio di pochi che è appunto il rispetto.
Grazie per la riflessione che mi hai offerto.
Grazie per la riflessione che mi hai offerto.
Millina Spina 10/03/2016 - 21:36
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