Calda accoglienza
Il Montalbo, nel suo calcareo candore sembrava osservare impotente lo scempio di cui ancora una volta l’essere umano ne era lo stupido artefice. Egli stesso aveva subito gravi offese dagli anni del Regno, da quando era rimasto orfano di lecci secolari e ne aveva pianto l’assenza con lacrime di pietra che ormai rotolavano libere, senza più tronchi robusti e l’abbraccio delle antiche radici a proteggerle.
Il fumo saliva denso ed i mezzi ed uomini a terra non riuscivano ad arginare la marea di fuoco che si insinuava aiutata dal vento.
Due elicotteri ed un canadair facevano la spola dal mare, sotto lo sguardo attonito dei turisti, ristretti in quel lembo di bianchissima sabbia, tra onde spumose e nuvole marroni che riversavano cenere ovunque.
Dall’interno degli elicotteri si assisteva ad un tragico spettacolo: pecore ed altri animali che scappavano spaventati e disorientati, fienili ed ovili ridotti in cenere e la boscaglia che in una triste e rovente magia denudava la terra, lasciando scoperte le rocce in una obbligata ed indecente esibizione.
Il fuoco, malvagio stupratore della vita ed assassino implacabile del futuro. E l’uomo, che aveva acceso il cerino per godersi questo atroce spettacolo, meritava solo di restare incenerito, protagonista del suo autoritratto. Meritava di tornare alla polvere da cui era nato, ma avrebbe meritato di tornarci prima che sfregasse quel maledetto cerino sulla pietra.
Nel tardo pomeriggio, con i mezzi e tutti gli uomini ancora all’opera, il pilota dell’elicottero vide un uomo che davanti al suo ovile girava la giacca in aria, attirando la sua attenzione. Questi cercò di focalizzare meglio la situazione e capì che probabilmente chiedeva aiuto per qualcuno rimasto incastrato pericolosamente da qualche parte o forse colto da malore. Capì che quella era un’emergenza e che l’uomo, nell’ovile accerchiato dal fuoco andava immediatamente aiutato.
Non poteva atterrare per via del cestello che trasportava pieno d’acqua, per cui il pilota decise di avvertire il collega dell’elicottero che sorvolava la zona per coordinare le operazioni. Questi non esitò a dirigersi verso l’ovile e verso quell’uomo che continuava a sbracciarsi roteando la giacca e chiedendo aiuto. L’elicottero scese di quota ed atterrò sullo spiazzo davanti all’ovile ed il pilota aprì immediatamente il portello per dirigersi verso il pastore, che nonostante il caldo dell’estate e l’aria rovente dovuta all’incendio, riuscì a gelare l’operatore quando con uno strillo gli rivolse un “Fala, ca ti cùmbito!” Vieni che ti offro da bere!
Questa vicenda è successa davvero nelle campagne del mio paese e non so se vergognarmene o riflettere sul fatto che ognuno ha il suo punto di vista di fronte alle situazioni. Oppure lodare quel pastore, grande bevitore, che nonostante la situazione tragica che si consumava attorno a lui, non perse l’occasione per offrire la sua incondizionata ospitalità.
Millina Spina, 2 Maggio 2016
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Grazie dei vostri commenti e si falates bos cùmbito!
Allietar giorni tristi anche ai lettori più distratti.
Questo è il tuo compito .
Ciao scrittrice
Maria, se un giorno inserirai la Sardegna nei tuoi viaggi, se puoi evita di farlo ad agosto!
Buona giornata a tutti!
LIETA GIORNATA MILLINA.
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LIETA GIORNATA MILLINA.
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Ma nel fratempo tu regalami le tue belle scritture sulla tua terra e fammi sognare con immagini suggestive come tu sai fare. Ciao sorellina un bacione grande.
Ciao!
Chiedo scusa a te e a tutti gli autori ma ogni tanto il cervello mi va in standby per cui non riesco ad entrare nelle vostre emozioni e a viverle. E non riesco a commentarle, ma vi ringrazio sinceramente per tutto il calore con cui mi riabbracciate.
Grazie!
Grazie di cuore sorellina!
Grazie, grazie di cuore perché provi le mie stesse emozioni, di figlia grata.
Ciao!
Grazie!
Sono queste, persone che vivono in un mondo tutto loro, dove poche cose li scalfiscono, neanche un incendio attorno, e alla fine passarci qualche ora insieme ti arricchisce di risate spensierate. Ed infine di domande.
Grassias e a menzus bidere. Ajò
Ospitali oltre ogni misura, peccato che ogni tanto parte qualche cerino...e vanno in fumo ettari di bosco...ma questa è un'altra storia...Bravissima
l'ennesimo saggio di bravura...non so se piangere o ridere, quello che sembra certo è che potrei venire in Sardegna, se esistessero tanti simili personaggi, oltre ai famosi tuoi carabinieri, e tentare di vendere pecore finte, quaglie di legno e vernaccia annacquata.
oppure restarmene con tuo pastore e godermela.
Ajò Salvo