Nella tazzina del caffè trovo un mondo.
Fossi un augure direi che vedo e scopro il futuro e l’esito di ogni giornata. Da dea cercherei tracce di ambrosia per solleticare le mie cellule immortali.
Niente di tutto questo. Anche se…
Quel piccolo vulcano che vedo sul bordo di schiuma aggancia il mio pensiero e lo porta lì, proprio al centro di quel problema che mi ha tenuta sveglia la notte. Possibile che la mente in ebollizione alle tre si sia disegnata sulla porcellana bianca per mostrarmi la sua attività cerebrale? Lo vedo quel fungo che sta per esplodere.
Sento la fragranza che entra in contatto con le cellule delle mie narici e le solletica con la qualità di una monocultura arabica.
Seguo, con polpastrelli resi sensibili dal calore, decori delicati resi dalla punta di un pennello guidato da abilità e passione. Piccole roselline, foglie abbozzate colte nel colore della loro nascita. Porto la rotondità della tazzina alle labbra e sorbisco una, due gocce. Lascio decantare sulla lingua per assaporare il carattere corposo che si disintegra per regalare note diverse di piacere.
Per finire, nel mio piccolo universo lì su quel piano in legno rigato da chi prima di me ha vissuto una pausa al bar, sento. Sì, odo il sapore del silenzio donato alla mia anima da questo momento dedicato a me.
Fossi un augure direi che vedo e scopro il futuro e l’esito di ogni giornata. Da dea cercherei tracce di ambrosia per solleticare le mie cellule immortali.
Niente di tutto questo. Anche se…
Quel piccolo vulcano che vedo sul bordo di schiuma aggancia il mio pensiero e lo porta lì, proprio al centro di quel problema che mi ha tenuta sveglia la notte. Possibile che la mente in ebollizione alle tre si sia disegnata sulla porcellana bianca per mostrarmi la sua attività cerebrale? Lo vedo quel fungo che sta per esplodere.
Sento la fragranza che entra in contatto con le cellule delle mie narici e le solletica con la qualità di una monocultura arabica.
Seguo, con polpastrelli resi sensibili dal calore, decori delicati resi dalla punta di un pennello guidato da abilità e passione. Piccole roselline, foglie abbozzate colte nel colore della loro nascita. Porto la rotondità della tazzina alle labbra e sorbisco una, due gocce. Lascio decantare sulla lingua per assaporare il carattere corposo che si disintegra per regalare note diverse di piacere.
Per finire, nel mio piccolo universo lì su quel piano in legno rigato da chi prima di me ha vissuto una pausa al bar, sento. Sì, odo il sapore del silenzio donato alla mia anima da questo momento dedicato a me.
Racconto scritto il 01/03/2017 - 16:38
Da Magia 66
Letta n.1439 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Davvero straordinario questo racconto, il piacere racchiuso in una tazzina...con quel profumo prelibato del caffè inebriante ed intenso...un mondo liquido e sublime!
Bellissimo!
Bellissimo!
margherita pisano 01/03/2017 - 22:14
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Bello ed inusuale questo breve racconto! Tante sensazioni tattili, olfattive, gustative, oserei dire seduttive! Un sentire quel piacere del caffè come qualcosa di estremamente personale e sensuale! Sciolto e molto gradevole!
Patrizia Bortolini 01/03/2017 - 19:02
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