Un tavolo verde fumo con attorno vuoti neri stile anni settanta mi parla, mi dice che ho una paralisi dentale ma che si può curare. Dall’oscurità del fumo appare Clint Eastwood. Girandomi attorno con occhi in stile ispettore Callaghan mi dice ‘ posso sostituirti il dente malato con un cacciavite’
Al ché il mio volto diventa verde come il tavolo che il sogno ha messo come prima comparsa, e lo scenario cambia lasciando una stele nera e fumosa.
Il tutto lascia il posto a spiagge sassose con scogliere a picco sul mare, magiche meraviglie di luoghi sempre desiderati.
Ad un tratto il buio. Un fuoristrada appare nella notte. Mastiff ha in mano un bastone nero. Un tetro sorriso gli esce dalle labbra. Fa roteare il bastone per poi sbatterlo continuamente a terra, emettendo rumori misti a frusta su schiena e automobili da cartone animato rovesciate.
Poi di nuovo il buio. Il muro sopra il mio letto si riempie di luci giallo porpora che simulano figure geometriche che appaiono e scompaiono come in un gioco di magi. Pare che qualcuno le stia proiettando dall’esterno. Mi alzo dal letto. Gli occhi sono dei fantasmi non vedenti. Apro la finestra, fuori dal cancello due piedi e due scarpe nere danno un ultimo lugubre saluto al sogno. Prima della vista della mia auto che lo chiude totalmente.
Al ché il mio volto diventa verde come il tavolo che il sogno ha messo come prima comparsa, e lo scenario cambia lasciando una stele nera e fumosa.
Il tutto lascia il posto a spiagge sassose con scogliere a picco sul mare, magiche meraviglie di luoghi sempre desiderati.
Ad un tratto il buio. Un fuoristrada appare nella notte. Mastiff ha in mano un bastone nero. Un tetro sorriso gli esce dalle labbra. Fa roteare il bastone per poi sbatterlo continuamente a terra, emettendo rumori misti a frusta su schiena e automobili da cartone animato rovesciate.
Poi di nuovo il buio. Il muro sopra il mio letto si riempie di luci giallo porpora che simulano figure geometriche che appaiono e scompaiono come in un gioco di magi. Pare che qualcuno le stia proiettando dall’esterno. Mi alzo dal letto. Gli occhi sono dei fantasmi non vedenti. Apro la finestra, fuori dal cancello due piedi e due scarpe nere danno un ultimo lugubre saluto al sogno. Prima della vista della mia auto che lo chiude totalmente.
Racconto scritto il 06/05/2017 - 18:31
Da Fabio Piana
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