Sono ateo ma anche un pusillanime, nei momenti più brutti prego qualcuno che mi dia la forza di superare le mie paure. Poi mi vergogno di me stesso, sono un verme. Cerco l'arte in quel che mi circonda per poi allontanarmene ripugnato, perchè anche l'arte (soprattutto l'arte!) m'inorridisce. Vorrei essere diverso, ma sono fatto così: una specie di falena attratta e respinta dalla luce. Continuamente. Per tutta una vita. Ecco cos'è il blu, è il mezzo che ti costringe a guardarti dentro, il lumicino che illumina l'anima.
Nella notte riesco a nascondermi dentro a un fascino misterioso, come essere avvolti nel ventre molle della disperazione e della rassegnazione. Sarebbe utile e importante riemergere nella luce dei giorni sempre uguali, il fatto è che non riesco a trovare una via d'uscita, un gancio che mi faccia appendere la mano. Di notte, le creature hanno le ali, nessun gioco di parole, nessuna volgarità, solo la ricerca di un colore, il blu, foriero di salvezza e di pace. Oppure il preludio di qualcosa che non arriverà mai, il triste gioco di un giocoliere abituato all'oscurità.
La mia notte finisce qui: tra scenografie ricamate nel blu e vecchi bidoni della spazzatura mi accingo a passare alla luce. Una luce che ferisce, tagliente come lama di rasoio. In questo stato d'animo mi avvio verso la fede, coraggioso maratoneta che non vuol perdere la sua occasione migliore.
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