Ogni qualvolta che un traffico di pensieri domina la testa, tanto da sostituirsi al peso della gravità per diventare un colosso che spinge il mio capo verso il centro della Terra, ogni qualvolta accade ciò, cerco il vento.
Lo cerco ovunque:
Alla finestra, nel parco, tra le porte della casa.
Sono pronto a spingermi in luoghi lontani.
Il vento porta via tutti i pensieri e mi sento più leggero.
Succede spesso, vicino al mare, di trovare un buon vento.
Ma quel giorno era arido ed i vascelli dei pensieri avevano rilasciato ancore di platino.
Leghe di platino e iridio.
Scure nel colore, ombre nella testa, le solite domande:
siamo formiche in questo mondo e spesso, ci prendiamo il lusso di valere troppo. Il giudizio delle nostre azioni diventa rigorosamente severo, come se un dolce peccato possa ferire il mondo intero.
Falso, ridimensiona, non considerarti come attore protagonista perché sei una formica e il mondo non ha giudizio verso di te.
Il mondo con il suo 46 di piede calpesta le tue membra nella totale indifferenza delle tue azioni.
Però resti tu, e se consideri il mondo racchiuso in un granello di sabbia, tu, formica, rappresenti un universo.
Sono punti di vista mischiati alla prospettiva per arrivare al punto focale della questione:
Cos'è il bene ed il male?
Quanto vale la felicità?
Solo le formiche lo sanno, perché si sono liberate dal peso del mondo.
Intanto, quel giorno, cercavo il vento ovunque e non trovandolo, ho fermato un anziano passante con un lungo cappotto marrone ed un grosso cappello.
Era Autunno.
Cadono le foglie perchè la natura piange.
Perchè lo fa lo sa solo lei.
-Soffiami in fronte- dico all'uomo.
Lui mi osserva, come l'umanità tutta.
Comprende il valore della richiesta.
Poggia il bastone sul cemento della strada e mi guarda negli occhi.
E resta fermo.
Passano i minuti.
Passano le ore.
-Perchè mi torturi con questa attesa?- dico io
-Ama l'attesa- fa lui.
Poi continua:
-L'esistenza è un dono e va protetta- conclude.
Prende il cappello e lo poggia sul mio capo.
-Prenditi cura dei tuoi pensieri. Non bisogna sempre scappare-
Quanto vale la felicità?
Non posso rispondere, ma pesa come un cappello in pieno autunno.
L'anziano scompare, così come i nostri cari nonni, così come fanno le generazioni, e lo fa nel mondo giusto:
lasciando in dono un consiglio ad un giovane irrequieto.
Cos'è la felicità?
Vivere tanto a lungo da poter ripetere questo momento.
Lo cerco ovunque:
Alla finestra, nel parco, tra le porte della casa.
Sono pronto a spingermi in luoghi lontani.
Il vento porta via tutti i pensieri e mi sento più leggero.
Succede spesso, vicino al mare, di trovare un buon vento.
Ma quel giorno era arido ed i vascelli dei pensieri avevano rilasciato ancore di platino.
Leghe di platino e iridio.
Scure nel colore, ombre nella testa, le solite domande:
siamo formiche in questo mondo e spesso, ci prendiamo il lusso di valere troppo. Il giudizio delle nostre azioni diventa rigorosamente severo, come se un dolce peccato possa ferire il mondo intero.
Falso, ridimensiona, non considerarti come attore protagonista perché sei una formica e il mondo non ha giudizio verso di te.
Il mondo con il suo 46 di piede calpesta le tue membra nella totale indifferenza delle tue azioni.
Però resti tu, e se consideri il mondo racchiuso in un granello di sabbia, tu, formica, rappresenti un universo.
Sono punti di vista mischiati alla prospettiva per arrivare al punto focale della questione:
Cos'è il bene ed il male?
Quanto vale la felicità?
Solo le formiche lo sanno, perché si sono liberate dal peso del mondo.
Intanto, quel giorno, cercavo il vento ovunque e non trovandolo, ho fermato un anziano passante con un lungo cappotto marrone ed un grosso cappello.
Era Autunno.
Cadono le foglie perchè la natura piange.
Perchè lo fa lo sa solo lei.
-Soffiami in fronte- dico all'uomo.
Lui mi osserva, come l'umanità tutta.
Comprende il valore della richiesta.
Poggia il bastone sul cemento della strada e mi guarda negli occhi.
E resta fermo.
Passano i minuti.
Passano le ore.
-Perchè mi torturi con questa attesa?- dico io
-Ama l'attesa- fa lui.
Poi continua:
-L'esistenza è un dono e va protetta- conclude.
Prende il cappello e lo poggia sul mio capo.
-Prenditi cura dei tuoi pensieri. Non bisogna sempre scappare-
Quanto vale la felicità?
Non posso rispondere, ma pesa come un cappello in pieno autunno.
L'anziano scompare, così come i nostri cari nonni, così come fanno le generazioni, e lo fa nel mondo giusto:
lasciando in dono un consiglio ad un giovane irrequieto.
Cos'è la felicità?
Vivere tanto a lungo da poter ripetere questo momento.
Racconto scritto il 02/10/2017 - 11:11
Da Bruno Gais
Letta n.1051 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Molto bello, mi ha colpito.
Grazia Giuliani 03/10/2017 - 00:21
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Grazie mille :)
Bruno Gais 02/10/2017 - 23:54
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Molto bello questo racconto, ti poni domande importanti, sulla vita, sulla felicità. Giulio Soro
Giulio Soro 02/10/2017 - 18:23
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Bello e riflessivo racconto... Complimenti!
ANNA BAGLIONI 02/10/2017 - 15:32
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Bello, molto bello; oltre che ben scritto.. secondo me. Complimenti
Francesco Gentile 02/10/2017 - 12:46
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