Buia la notte
Erano uscite così come agganciate ad un tappo di spumante che le trascinava verso l'uscita, spinte dalle bollicine di ossigeno che si accalcavano nell'alcool desiderose di sgorgare fuori dalla bottiglia, arrivate all'altezza delle corde vocali intravedendo la luce si erano forse intimidite, preoccupate per un attimo dell'impatto con l'aria esterna, forse c'era stato un tentativo di frenata o forse erano scivolate fuori come sabbia tra le dita, fluenti inarrestabili ...“ Vai via. “
Non c'era rabbia, quella era evaporata nel momento dello stappo, il dolore al contrario abbondava, debordava usando come mezzo quelle parole che facevano da sponda ad un bisogno di liberazione, lacerante ma necessario, adesso un filo di aria passava nei polmoni con un sibilo lieve.
Via... Tutto è rimasto sospeso, come lievitazione, le tue scarpe color nocciola con le stringhe slacciate si muovevano a caso portandosi dietro i tuoi jeans invecchiati, la tua camicia di lino nera per metà uscita dalla stretta della cintura, le tue gambe di muscoli ancora giovani, il tuo torace con le braccia fiacche dall'arsura, i tuoi occhi che giravano sulle mura della casa a cercar un chiodo, un punto dove gettare l'ancora, e il tuo cuore, il tuo bellissimo cuore bloccato in una tempesta in mare che ti lascia vedere la schiuma bianca dell'onda minacciosa ma ti tiene sotto dove l'acqua è nera.
Via... Le nostre foto nelle cornici ti lasciano cadere, giù, inghiottito dal legno, dall'argento sparisci nella fessura dietro il vetro, lasciando un vuoto o uno spazio, i sassi rubati al mare scorrono sotto la carezza della tua mano, un granello di sale si aggancia al palmo prima che tu passi la porta, uno spicchio di luce entra come un coltello affonda nell'ingresso allungandosi sui libri, sulle chiavi della moto, sulla nostra vita.
Vai via... parole sparate come idranti su una folla inerme, sbriciolano un mosaico di piastrelle una diversa dall'altra, uniche nella forma e nel colore, irripetibili per bellezza o bruttura, parole uscite senza sapere la strada percorsa né la provenienza, le ho ascoltate ma non sentite...si son trovate in bocca per loro la lingua si è fatta scivolo … la mia bocca la mia lingua...
Vai via...
Risalgo,con un colpo di reni affioro, trovo l'aria, dalle narici convoglia ossigeno mischiato al tuo odore, tutto fluisce al mio cervello che si sveglia poco dopo il mio corpo, mi baci, le mie gambe abbracciano il tuo bacino, le parole finalmente tacciono dopo una buia notte.
Non c'era rabbia, quella era evaporata nel momento dello stappo, il dolore al contrario abbondava, debordava usando come mezzo quelle parole che facevano da sponda ad un bisogno di liberazione, lacerante ma necessario, adesso un filo di aria passava nei polmoni con un sibilo lieve.
Via... Tutto è rimasto sospeso, come lievitazione, le tue scarpe color nocciola con le stringhe slacciate si muovevano a caso portandosi dietro i tuoi jeans invecchiati, la tua camicia di lino nera per metà uscita dalla stretta della cintura, le tue gambe di muscoli ancora giovani, il tuo torace con le braccia fiacche dall'arsura, i tuoi occhi che giravano sulle mura della casa a cercar un chiodo, un punto dove gettare l'ancora, e il tuo cuore, il tuo bellissimo cuore bloccato in una tempesta in mare che ti lascia vedere la schiuma bianca dell'onda minacciosa ma ti tiene sotto dove l'acqua è nera.
Via... Le nostre foto nelle cornici ti lasciano cadere, giù, inghiottito dal legno, dall'argento sparisci nella fessura dietro il vetro, lasciando un vuoto o uno spazio, i sassi rubati al mare scorrono sotto la carezza della tua mano, un granello di sale si aggancia al palmo prima che tu passi la porta, uno spicchio di luce entra come un coltello affonda nell'ingresso allungandosi sui libri, sulle chiavi della moto, sulla nostra vita.
Vai via... parole sparate come idranti su una folla inerme, sbriciolano un mosaico di piastrelle una diversa dall'altra, uniche nella forma e nel colore, irripetibili per bellezza o bruttura, parole uscite senza sapere la strada percorsa né la provenienza, le ho ascoltate ma non sentite...si son trovate in bocca per loro la lingua si è fatta scivolo … la mia bocca la mia lingua...
Vai via...
Risalgo,con un colpo di reni affioro, trovo l'aria, dalle narici convoglia ossigeno mischiato al tuo odore, tutto fluisce al mio cervello che si sveglia poco dopo il mio corpo, mi baci, le mie gambe abbracciano il tuo bacino, le parole finalmente tacciono dopo una buia notte.
Racconto scritto il 06/10/2017 - 14:53
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Commenti
PAOLA, ti ringrazio, sapere che arriva l'emozione mi fa...bene!
Un caro saluto
Un caro saluto
Grazia Giuliani 09/10/2017 - 20:38
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Grazia, questo racconto trasuda pathos, emozione allo stato puro, le parole si rincorrono nella mente del lettore che,alla fine tira un sospiro di un dolce sollievo...
Molto brava !
Molto brava !
PAOLA SALZANO 09/10/2017 - 18:37
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Grazie Anna,
buona domenica a te!
buona domenica a te!
Grazia Giuliani 08/10/2017 - 10:46
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Molto interessante Grazia e ben scritto come sempre del resto. Buona domenica
Anna Rossi 08/10/2017 - 03:55
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Grazie i vostri commenti sono davvero belli,
grazie GianMaria, Giancarlo,Francesco,Aurelia e Trersa...
grazie GianMaria, Giancarlo,Francesco,Aurelia e Trersa...
Grazia Giuliani 07/10/2017 - 18:56
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Un bel brani che scorre con un po' di pathos, sino ad arrivare al tuo colpo di reni....Spesso le parole scivolano via e dicono il contrario di ciò che vorremmo
Teresa Peluso 07/10/2017 - 16:30
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È un piacere leggerti. Lo faccio ad ogni tua pubblicazione anche se non sempre commento. Complimenti, sei davvero molto brava. 5* Aurelia
Aurelia Strada 07/10/2017 - 09:06
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Solo complimenti, Grazia.. Molto molto piaciuto
Francesco Gentile 07/10/2017 - 07:20
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sono davvero scosso per poi scopri che era un sogno meravigliosa 5*
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 06/10/2017 - 21:09
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Sono rimasto annichilito...lo devo rileggere. Una scrittura nuova, agile, moderna, per immagini...brava, complimenti. Un saluto.
GianMaria Agosti 06/10/2017 - 19:47
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