Siamo come una stanza enorme piena di mensole e scaffali a loro volta stracolmi di dvd, cassette e macchinette fotografiche che riproducono e conservano ciò che abbiamo vissuto.
Le pareti, purtroppo, non sono tutte lisce e perfette, anzi un po’ qua e un po’ la presentano delle crepe a causa dei vari terremoti che la vita ci ha fatto vivere, ma ci sono anche delle crepe ben nascoste perché nonostante le scosse, siamo riusciti a tenere testa.
Così il colore delle pareti ce lo scegliamo noi perché sappiamo come vogliamo vivere e qual è il colore che ci porta felicità, mentre per il pavimento c’è la mano di genitori e nonni, sempre e per sempre alla base della maggior parte delle nostre azioni.
Questo nostro tesoretto, è pieno di luci e la più importante è quella dell’amore che oscura del tutto le luci fioche e scure e quando non c’è, bisogna trovare l’energia per accenderlo perché la tua vita non può stare al buio; poi ci sono quelle dell’amicizia, poste agli angoli dove non arriva nessuna luce, perché gli amici ci sono sempre, ma soprattutto quando nessun’altra luce è intensa quanto serve; infine ci sono le luci scure e opache che sono perennemente puntate su tutta la stanza e la fanno buia quando non c’è cosa che vada bene, quando tutto ti va contro, ma ci pensi e sai che basta guardare le altre luci in modo diverso.
Ma la cosa più bella è che questa stanza non ha solaio, perché ci affidiamo alla luce delle stelle per i sogni, a quella del sole per la felicità, alla pioggia per pulirsi da ciò che non va, alle nuvole per ricordarsi che esiste il sole e al resto del cielo pieno di mani che ci hanno “lasciato” in terra, ma ci hanno ripreso da lassù.
Proteggi questa tua stanza perché sei te, quindi non farci entrare chiunque, ma allo stesso tempo non chiudere la porta col lucchetto.
E se succederà che non ci sarà nessuna luce e il cielo non ne vuole sapere, bussa alla stanza accanto perché non sei e non sarai mai solo.
Le pareti, purtroppo, non sono tutte lisce e perfette, anzi un po’ qua e un po’ la presentano delle crepe a causa dei vari terremoti che la vita ci ha fatto vivere, ma ci sono anche delle crepe ben nascoste perché nonostante le scosse, siamo riusciti a tenere testa.
Così il colore delle pareti ce lo scegliamo noi perché sappiamo come vogliamo vivere e qual è il colore che ci porta felicità, mentre per il pavimento c’è la mano di genitori e nonni, sempre e per sempre alla base della maggior parte delle nostre azioni.
Questo nostro tesoretto, è pieno di luci e la più importante è quella dell’amore che oscura del tutto le luci fioche e scure e quando non c’è, bisogna trovare l’energia per accenderlo perché la tua vita non può stare al buio; poi ci sono quelle dell’amicizia, poste agli angoli dove non arriva nessuna luce, perché gli amici ci sono sempre, ma soprattutto quando nessun’altra luce è intensa quanto serve; infine ci sono le luci scure e opache che sono perennemente puntate su tutta la stanza e la fanno buia quando non c’è cosa che vada bene, quando tutto ti va contro, ma ci pensi e sai che basta guardare le altre luci in modo diverso.
Ma la cosa più bella è che questa stanza non ha solaio, perché ci affidiamo alla luce delle stelle per i sogni, a quella del sole per la felicità, alla pioggia per pulirsi da ciò che non va, alle nuvole per ricordarsi che esiste il sole e al resto del cielo pieno di mani che ci hanno “lasciato” in terra, ma ci hanno ripreso da lassù.
Proteggi questa tua stanza perché sei te, quindi non farci entrare chiunque, ma allo stesso tempo non chiudere la porta col lucchetto.
E se succederà che non ci sarà nessuna luce e il cielo non ne vuole sapere, bussa alla stanza accanto perché non sei e non sarai mai solo.
Racconto scritto il 30/11/2017 - 14:01
Da Petrolio P
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Commenti
si sta come d autunno sugli alberi le foglie
jackson five 03/12/2017 - 20:24
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un bel racconto molto ben composto 5*
GIANCARLO POETA DELL'AMORE 30/11/2017 - 19:18
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Racconto delicato e sognante, con l'invito di tener aperta questa stanza che ha il firmamento come solaio, metafora della vita che sa dare ancora amore, che sa sognare, che sa gioire, che vibra di colori. Bel racconto. Giulio Soro
Giulio Soro 30/11/2017 - 18:13
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