Sta per iniziare un altro inverno. Un inverno che si prospetta freddo fuori e dentro. Fuori ti copri e passa tutto, ma dentro non è così facile. Non c'è un abbraccio a scaldare le spalle, non c'è un sorriso a placare la malinconia. Ci sono solo stanze vuote, piene di ricordi, molto impolverati. Un inverno da fare tutto d'un fiato, senza dare ascolto all'eco del vuoto che mi accompagna, senza perdersi in banalità, senza abbassare la testa. Da piccolo i miei gesti di smisurato altruismo mi diedero la fama di buono, dopo i 30 anni quella di fesso. Ed ora conto i cocci di tutto quello che nella mia vita si è rotto e tutte le persone che con me hanno solo giocato, giocato a farmi male. E come durante un trasloco metto tutto dentro una scatola, nel fondo di quello che sono, a prendere polvere, a cercare di dimenticare. Lascio fuori quel poco che ho, una penna, un foglio di carta, una foto e il calore di chi mi vuole davvero bene, di chi c'è nonostante tutto. E riparto da me, da quello che sono diventato e da l'uomo che voglio essere. Un inverno alla volta fino a non sentire più freddo.
Racconto scritto il 01/12/2017 - 23:44
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