Lui, muscoli tesi con il braccio alzato, mano chiusa a pugno pronta a colpire;
Lei, il corpo rannicchiato, tremante e sottomesso, nell’eterna pratica dell’insegnato giusto subire.
Lui, Furia assurda ed insensata, urlata a squarcia gola con la rabbia del fallito;
Lei, silenzio rispettoso nell’inutile speranza che grazia sopraggiunga.
Lui grida:” No, Nessuna grazie, la colpa è troppo grande, tu donna hai reso la mia vita insignificante e meschina e godi nell’essere testimone dei miei innumerevoli fallimenti”;
Lei con la voce tremante sussurra:” Hai ragione è colpa mia, non ho fatto abbastanza e perciò vado punita, il mio ruolo, come mia madre mi ha insegnato, è quello di serva ubbidiente, sono io la valvola di sfogo per le tue frustrazioni, sono io il palcoscenico dove tu, mio uomo padrone, dimostri la tua forza di maschio dominatore”;
Lui, sudato e pago” Mi dispiace donna, sono stato troppo violento, ma sai quando perdo la testa tiro pugni e calci senza guardare senza riuscire a fermarmi. Ti prometto che questa è stata l’ultima volta, la prossima saprò controllarmi”.
Lei, con un rivolo di sangue che le riga il mento:” Non preoccuparti amore e stata tutta colpa mia, ho meritato i calci e i pugni che mi hai dato, a volte dimentico che sei tu quello che decide tutto, io devo stare al mio posto, come sempre ha fatto mia madre e prima di lei mia nonna, limitandomi ad ascoltare ed ubbidire perché tu uomo….. sai, io donna …….. muoio in un letto di ospedale uccisa dai tuoi calci e dai tuoi pugni dopo aver amorevolmente dichiarato, di essere caduta dalle scale, come ha sempre fatto mia madre e mia nonna prima di lei…..
Grazie mamma, grazie nonna
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