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Due comari nel cortile

Due comari nel cortile Racconto burlesco


Prima comare.
Come mai comaruccia bella e pulitissima, siete sveglia di prima mattina?
Io ancora cammino con la sottana, eppure devo scopare questo cortile ove la sporcizia regna sovrana.
Lo vedete il letame che c’è qui davanti proprio in questo cortile?
Sembrerebbe abitato da gente che non vede e che non sente.
Certe persone che abitano in questa palazzina, ho l’impressione, che siano davvero sporcaccione.
Tocca proprio a me di prima mattinata, togliere le lordure, a partire da mercoledì e finire al dopo martedì.


Seconda comare.
Come ti capisco comare mia, che della pulizia siete amante!
Sapesse quante volte tocca spazzare proprio qui davanti!
È inutile gridare che questo cortile non è abitato da gente pulitissima.
Sapete… c’è chi fa finta di non sentire e fa la sporcacciona.
Non ne vuole proprio sentire dei problemi dell’igiene e getta fuori la qualsiasi, da qualunque posto le viene.
Pazienza!
tocca a noi togliere l’immondizia di tutta l’altra gente
che, d’essere pulita e educata, non ne vuole sapere davvero niente.
A proposito comaruccia mia, ditemi… quando si marita la figliola tua?
Ho capito bene veramente o si sposa nel mese di settembre?
La mia figlizza, convoglia a nozze tra cinque mesi, e le ho fatto il corredo senza badare davvero a spese.
Sapesse quanti soldi mi costò!
Ma lei deve avere tutto ciò che meglio non si può.


Pima comare.
Non solo questo che dite voi, ma a mia figlia, che modestamente è la più profumata del cortile, voglio che piena d’oro deve uscire dalla mia casa.
Le ho comprato anelli, bracciali braccialetti collane e collanine e pure due paia di orecchini, e per acquistare tutti questi preziosi, dieci cambiale ho dovuto firmare.
Certo fu difficile il momento di pagare.
Però, comare mia, la soddisfazione fu troppo grande, perché quando combino qualche cosa, la faccio buona o niente!
Quel disgraziato di mio marito, che non voleva questa spesa troppo grossa, nulla sa che ho fatto questo colpo di testa e di volata.
Mia figlia deve uscire da casa come una regina, perché non debbano dire che sua madre fu una misera e meschina.


Seconda comare.
Che ti devo dire comare mia di mia figlia?
Pure io mi sono svenata. Sapesse che abito lussuoso ha voluto, che di ricami e di merletti,
ce ne sono di crudo e di cotto.
Ho voluto comprare tutto a Palermo, e pure le scarpe adatte
per la primavera e per l’inverno.
Dovevano essere di camoscio e luccicanti secondo lei, così preziosi che non le posseggono neanche i più ricchi teatranti.
Pazienza ci tocca fare!
Per forza i figli si devono accontentare!


Prima comare.
Pure io mi sono indebitata e pure tanto, e quado mio marito lo ha saputo, mi ha dato tante di quelle legnate da farmi uscire cinque litri di pazzo sangue.


Seconda comare.
Ma che andate dicendo e imbrogliando, se vostro marito fa il basso manovale!
Non vi potete di certo permettere tutto questo madrigale.
Non siete certo in grado di fare tutta questa pomposità, mentre io sì, in quanto mio marito fa il netturbino della città!
Lui ha lo stipendio fisso di dipendente del comune,
e per questo, ogni mese incassa
di certo il suo bel milione.
Certe spese voi come ve le potete permettere?
Non potete essere come me, che so le mie mani, dove rifilare.


Prima comare.
Adesso che vi prende comare mia, mi volete ferire proprio diritto nel cuore e nella mente?
Devi sapere che di soldi ne possiedo più di te sicuramente,
perché io sono risparmiatrice e non scialacquo come voi proprio per niente!
Quando me lo dice la testa, i denari li butto a volontà, per dimostrare ai cortigliari come voi, che sono piena di generosità!
E poi devi sapere che di confetti bianchi ne ho comprati cinque chili e ben saporiti, che li devo buttare fuori dalla chiesa, a chi mi pare e piace.


Seconda comare.
Va beh l’ho capito che state sproloquiando.
So bene che quando v’innervosite fate troppo danno.
È arrivata l’ora che mi ritiri nella mia bellissima casetta,
la vostra è miserevole, e c’è spazio per una sola cameretta.


Prima comare.
E se la mia è piccolina, almeno io resto una regina, mentre non so se lo sapete, o fate l’intontita, l’innocente, ma vostro marito, tutti lo sanno, tiene l’amante!


Seconda comare.
Brutta disgraziata figlia di un emerito sconosciuto emigrante!
Se mio marito tiene l’amica, vuol dire che lo può fare e si può permettere l’amante, mentre il vostro, non so se ce l’ha funzionante.


Prima comare
Guardate un po’ cosa esce fuori dalla vostra lurida bocca!
Siete una vera diavolona, morta di fame e pure allocca.
Che ne sai tu di mio marito?
Lo conosci forse in profondità?
Bella è questa!
Se è così, sappi che per me non è una bella novità!
Apprendo bene amica mia, quanto siete stata seria nella vostra vita, e ora mi venite a raccontare che volete fare la pulitona e la compita?
Ascoltate me, toglietevi davanti agli occhi miei.
È meglio che mi metta adesso a cantare che mi passa!
Sciuri sciuri, sciuri di tutto l’annu. L’amuri ca mi dasti ti lu tornu…


(Racconto burlesco in dialetto siciliano, riportato nel corrispondente italiano, tratto dal libro dello stesso autore dal Titolo: “Disegni d’autore e poi… Serenate, Canzoni, cantilene, Lamenti e litigi d’amore”. Edizione Youcanprin 2015. Pagg. 258)




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Racconto scritto il 02/10/2018 - 20:32
Da Vincenzo Scuderi
Letta n.1157 volte.
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