Aveva un portamento elegante,era alta , fragile, ma molto decisa di carattere.Aveva sempre vinto le sue battaglie ed era diventata una ragazza emancipata, che vestiva sempre alla moda e che indossava con disinvoltura pantaloncini cortissimi con stivali che arrivavano sopra al ginocchio.Insomma, era un piacere vederla sfilare per strada, col suo passo cadenzato e con quella chioma corvina, che scendeva liscia sulle spalle.Era corteggiatissima. Lei lasciava sospitare quei ragazzi, che perdevano la pace, sognandola. Frequentava l'istituto d'arte e la sua comitiva era formata da artisti in erba, che sapevano parlare solo di moto, di calcio e di moda. Poco alla volta nella comitiva si insinuò un ragazzo tenebroso e bello. La curiosità prese il sopravvento e presto Elisabeth si appartò col nuovo venuto, che non la stancava, visto che con lui poteva parlare di arte, di letteratura, ed anche di religione. Era ateo. Alla fine stare in disparte non dispiaceva ad Elisabeth ed andò a finire che si innamorò di lui.Bacio dopo bacio, carezza dopo carezza, rimase incinta.
Felice lo comunicò ad Arturo, ma la reazione fu così violenta che Elisabeth cominciò a tremare convulsamente. Lei apparteneva d una famiglia cattolica e credeva nel matrimonio.Adesso poi, con un bimbo in arrivo, era necessario sposarlo.
Il cielo era scuro e nel cuore di Elisabeth scesa una malinconia disperata. Doveva convincere quell'uomo sconosciuto a sposarla. Sì, sconosciuto, perchè non era più il ragazzo che l'aveva affascinata.
A volte, per riparare ad un male, si commettono errori ben più gravi.La vita non è clemente e la vita coniugale diventò ben presto una trappola insopportabile.Lavorava già da diversi anni e col suo lavoro era riuscita a comprarsi un'auto, a mandare a scuola i figli ed a condurre una esistenza dignitosa. ma questa era tutta apparenza, perchè, nel chiuso della sua casa lei ed i suoi figli erano diventate le vittime di quell'uomo violento e crudele.Spesso, per proteggere i suoi bambini, aveva subito percosse indicibili. Ma a chi raccontarlo? Alla madre? No, la madre la credeva felice. Alle sorelle? No, non avrebbero capito, perchè le loro vite erano quiete ed i loro mariti le amavano. Tutto quel dolore doveva nasconderlo nel suo cuore.
La ragazza sventata ed intraprendente, aveva lasciato il posto ad una donna sola e malinconica. Ormai non amava più suo marito ed era tanto giovane..., troppo giovane, per accettare un destino che non le procurasse che poche gioie e le inibisse l'amore.
Era un giorno ventoso. Elisabeth, chiusa nel suo palteau, camminava curva, calcandosi sul capo il cappello.
Mille pensieri frullavano nella sua mente. Anche quel giorno il marito l'aveva malmenata ed aveva deciso di mettere fine a questa storia, fatta solo di violenza e di paura. Ormai il sentimento dell'amore aveva abbandonato sia lei che suo marito. Ciò che contava per Aeruro, era avere la supremazia su tutto. Nessuno doveva contrariarlo e, sinceramente Elisabeth era stanca dei suoi soprusi. Ne aveva parlato ai figli, che ormai avevano superato la soglia dell'adolescenza e che non ce la facevano più a sopportare le angherie del padre. La cosa migliore era finirla una volta per tutte. Tutti d'accordo! Doveva solo affrontare l'argomento e lasciare quell'uomo senza cuore.
Un urto violento le fece cadere la borsa ed i suoi libri per terra. Un uomo impacciato le chiese scusa e cominciò a raccattare da terra tutto ciò che maldestramente aveva fatto cadere.Era così preoccupato che Elisabeth inconsciamente iniziò a sorridere. Andarono a sedersi in un bar dei paraggi ed a riordinare i fogli che si erano accartocciati, cadendo.L'uomo le chiese scusa, dicendole che aveva da poco divorziato dalla moglie e che soffriva per il fatto che due dei suoi figli, i più piccoli, fossero stati affidati alla moglie, mentre i più grandi erano stati affidati a lui.
Come sarebbe? Potevano toglierle i figli ed affidarli a suo marito? Ma se lui non li aveva mai amati...
Sembrò molto interessata alla vicenda di quell'uomo incontrato per caso, tanto che decisero di reincontrarsi il giorno successivo per prendere un caffè insieme. I caffè furono tanti ed ogni giorno, incontrandosi, parlavano delle loro storie sfortunate.
Ormai sapevano tutto l'uno dell'altra...Quello che non sapevano era che si erano innamorati, che avevano unito le loro vite, facendone una sola, che gridava al vento tutto il desiderio che aveva di vivere. Vivere! Vivere!
Non aveva che 40 anni e metà della sua vita era stata data in pasto alla malinconia ed alla disperazone.
Bastò un tocco della mano di Antonio per risvegliare in Elisabeth tutti i desideri sopiti in quegli anni di sofferenza.Bastò una carezza lieve per far capire ad Antonio che per tutta la vita aveva aspettato solo quella donna.
Le loro storie erano storie di malinconia. Un uomo ed una donna hanno diritto alla felicità, hanno diritto a percorrere serenamente il loro cammino.
...Ma i figli? Che cosa avrebbero detto di questa passione?
I figli accettarono serenamente che i due si incontrassero, si capissero,si conoscessero sino in fondo al cuore.
Passarono gli anni ed ancora oggi Elisabeth ed Antonio vivono serenamente la loro vita.
Adesso il cielo non è più buio, spunta sempre la luna e spuntano le stelle nel cielo a rischiarare un cammino fatto di responsabilità e di serenità. Camminano vicini, tenendosi per mano ed affrontano felici l'ardua salita della vecchiaia.
Felice lo comunicò ad Arturo, ma la reazione fu così violenta che Elisabeth cominciò a tremare convulsamente. Lei apparteneva d una famiglia cattolica e credeva nel matrimonio.Adesso poi, con un bimbo in arrivo, era necessario sposarlo.
Il cielo era scuro e nel cuore di Elisabeth scesa una malinconia disperata. Doveva convincere quell'uomo sconosciuto a sposarla. Sì, sconosciuto, perchè non era più il ragazzo che l'aveva affascinata.
A volte, per riparare ad un male, si commettono errori ben più gravi.La vita non è clemente e la vita coniugale diventò ben presto una trappola insopportabile.Lavorava già da diversi anni e col suo lavoro era riuscita a comprarsi un'auto, a mandare a scuola i figli ed a condurre una esistenza dignitosa. ma questa era tutta apparenza, perchè, nel chiuso della sua casa lei ed i suoi figli erano diventate le vittime di quell'uomo violento e crudele.Spesso, per proteggere i suoi bambini, aveva subito percosse indicibili. Ma a chi raccontarlo? Alla madre? No, la madre la credeva felice. Alle sorelle? No, non avrebbero capito, perchè le loro vite erano quiete ed i loro mariti le amavano. Tutto quel dolore doveva nasconderlo nel suo cuore.
La ragazza sventata ed intraprendente, aveva lasciato il posto ad una donna sola e malinconica. Ormai non amava più suo marito ed era tanto giovane..., troppo giovane, per accettare un destino che non le procurasse che poche gioie e le inibisse l'amore.
Era un giorno ventoso. Elisabeth, chiusa nel suo palteau, camminava curva, calcandosi sul capo il cappello.
Mille pensieri frullavano nella sua mente. Anche quel giorno il marito l'aveva malmenata ed aveva deciso di mettere fine a questa storia, fatta solo di violenza e di paura. Ormai il sentimento dell'amore aveva abbandonato sia lei che suo marito. Ciò che contava per Aeruro, era avere la supremazia su tutto. Nessuno doveva contrariarlo e, sinceramente Elisabeth era stanca dei suoi soprusi. Ne aveva parlato ai figli, che ormai avevano superato la soglia dell'adolescenza e che non ce la facevano più a sopportare le angherie del padre. La cosa migliore era finirla una volta per tutte. Tutti d'accordo! Doveva solo affrontare l'argomento e lasciare quell'uomo senza cuore.
Un urto violento le fece cadere la borsa ed i suoi libri per terra. Un uomo impacciato le chiese scusa e cominciò a raccattare da terra tutto ciò che maldestramente aveva fatto cadere.Era così preoccupato che Elisabeth inconsciamente iniziò a sorridere. Andarono a sedersi in un bar dei paraggi ed a riordinare i fogli che si erano accartocciati, cadendo.L'uomo le chiese scusa, dicendole che aveva da poco divorziato dalla moglie e che soffriva per il fatto che due dei suoi figli, i più piccoli, fossero stati affidati alla moglie, mentre i più grandi erano stati affidati a lui.
Come sarebbe? Potevano toglierle i figli ed affidarli a suo marito? Ma se lui non li aveva mai amati...
Sembrò molto interessata alla vicenda di quell'uomo incontrato per caso, tanto che decisero di reincontrarsi il giorno successivo per prendere un caffè insieme. I caffè furono tanti ed ogni giorno, incontrandosi, parlavano delle loro storie sfortunate.
Ormai sapevano tutto l'uno dell'altra...Quello che non sapevano era che si erano innamorati, che avevano unito le loro vite, facendone una sola, che gridava al vento tutto il desiderio che aveva di vivere. Vivere! Vivere!
Non aveva che 40 anni e metà della sua vita era stata data in pasto alla malinconia ed alla disperazone.
Bastò un tocco della mano di Antonio per risvegliare in Elisabeth tutti i desideri sopiti in quegli anni di sofferenza.Bastò una carezza lieve per far capire ad Antonio che per tutta la vita aveva aspettato solo quella donna.
Le loro storie erano storie di malinconia. Un uomo ed una donna hanno diritto alla felicità, hanno diritto a percorrere serenamente il loro cammino.
...Ma i figli? Che cosa avrebbero detto di questa passione?
I figli accettarono serenamente che i due si incontrassero, si capissero,si conoscessero sino in fondo al cuore.
Passarono gli anni ed ancora oggi Elisabeth ed Antonio vivono serenamente la loro vita.
Adesso il cielo non è più buio, spunta sempre la luna e spuntano le stelle nel cielo a rischiarare un cammino fatto di responsabilità e di serenità. Camminano vicini, tenendosi per mano ed affrontano felici l'ardua salita della vecchiaia.
Racconto scritto il 19/02/2019 - 17:22
Letta n.913 volte.
Voto: | su 2 votanti |
Commenti
Bellissimo questo racconto. Sei molto brava anche in prosa.
Antonio Girardi 20/02/2019 - 13:19
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Migliaia si storie consimili racchiuse in un unico e ineccepibile racconto!
Molto brava, Teresa!
Molto brava, Teresa!
John Sirrom 20/02/2019 - 09:10
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Hai raccontato una storia molto verosimile in modo scorrevole. Sei bravissima!!!
Maria Isabel Mendez 20/02/2019 - 00:45
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Il diritto e il dovere di "star bene"...
una storia di coraggio e nei testi che scrivi spesso il coraggio è protagonista...
Molto bello Teresa!
una storia di coraggio e nei testi che scrivi spesso il coraggio è protagonista...
Molto bello Teresa!
Grazia Giuliani 19/02/2019 - 23:16
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...dalla serie, nn è mai troppo tardi
Bellissimo Terry
Bellissimo Terry
laisa azzurra 19/02/2019 - 21:23
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